Franco Sicari: Il crocefisso del Magistrale di Locri
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Nel 1937 o 1938 mio padre, Mimì, frequentava l'ultimo anno del magistrale di Locri. A quei tempi la scuola era dura e non è un divertimento come quella di adesso. I giovani, però erano sempre gli stessi, burloni, spacconi, sempre a correre dietro la ragazze.ì Mio padre, che veniva da umili origini, era bravo a scuola come ebbi a vedere tanti anni dopo, quando mi traduceva le versioni di latino a me studente del liceo classico!
Un giorno, portò, in aula una fionda con la quale staccò di netto la testa del Cristo appeso alla parete.
Fù chiamato il preside che sospese mio padre per tre giorni. Mimì (Chiamato "Micu" dagli amici) si incamminò verso la stazione per pigliare il treno per Bianco.
Incontrò, all'entrata della stazione, il professore di Religione, don Antonino Pelle, che seppe della sospensione e si prestò a riaccompagnare in classe mio padre,non sapendo il resto della storia.
Il preside, senza dire una parola, riammise mio padre, guardandosi bene dal raccontare la verità.
In aula, don Antonino, vide il crocefisso sulla cattedra, senza testa ed intuì, quando mio padre, velocemente, prese la direzione verso la stazione autosospendendosi per la seconda volta per sfuggire alle ire del prete.
In quelle aule, chissà quanti studenti saranno passati? Chissà quanti avranno notato la riparazione al collo del Cristo! Di certo, quel Cristo avrà perdonato mio padre e tantissimi se non tutti i giovani diventati poi uomini sui campi di battaglia dell'ultima guerra.
Se esiste ancora il vecchio magistrale e se esiste una stanza con sopra scritto 5a A e se il chiodo,in alto dietro la cattedra regge ancora il peso del sacrificio di Gesu Cristo, potrà vedere nel collo reclinato verso dx del figlio di Dio,una nuova cicatrice,lasciata dalla colla da falegname, del 1938.
Franco Sicari