Franco Sicari: Eclisse di luna Bianco, tanti anni fa
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Era iniziata l'Estate ed sole batteva già forte sull'asfalto, quasi liquefatto, della statale 106. Nessuna macchina transitava, alle 14,00, e non c'era un filo di vento. Il corso della Vittoria era vuoto . I tavolini del bar centrale erano vuoti. I platani erano fermi perchè anche l'aria era ferma .
Tutti erano dentro casa a schiacciare il pisolino pomeridiano anche i contadini che dormivano in giacigli improvvisati nelle campagne di Bianco , piene di ulivi e di vigne.
Nessun orologio,al mio paese,per scandire il tempo. Nè il municipio e nè la chiesa avevano orologi. Ore 16,00. Una leggera brezza dal mare Jonio si era levata e rompeva il silenzio.
Le cime più alte dei grandi platani, ai lati del corso della Vittoria , danzavano ! Un orecchio più sensibile amplificato dalle emozioni avrebbe potuto sentire lo sciacquettio dell'onda del mare Jonio.
Sulla statale 106 si incominciavano a vedere le prime persone e già qualche tavolino del bar Scordino incominciava a riempirsi. Si giocava a "tressette" e chi perdeva pagava la consumazione. Sul tavolo circolava caffè freddo e birra ghiacciata!
Temperatura 37,0°C. Jeans e maglietta bianca,di cotone. Di tanto in tanto si spostava il tavolino perchè bisognava seguire l'ombra mentre il sole si portava verso ovest abbassandosi.
I balordi del paese uscivano tutti fuori per allontanarsi da casa e fare sera al bar, unico svago del pomeriggio caldo. Giuseppe , detto" barbagianni",era fermo dietro ai giocatori di carte. Per uno che non lo conoscesse, rassomigliava ad una scimia antropomorfa, con grande orecchie simili ad antenne paraboliche.Cosimino, detto "Tromba", girava , spostandosi tra i tavolini e "scorreggiava" come un maiale portandosi dietro una scia di fetore nauseabondo.
Lui, rideva,facendo grandi inspirazioni per far entrare dentro i polmoni l'aria mefitica per valutare, lui stesso, l'effetto. I giocatori di carte erano costretti ad alzarsi e spostarsi mentre il Cosimino, per concludere la trovata, scompigliava le carte , ridendo a crepapelle.
Benito C. ripeteva, a memoria, la formazione di calcio del grande Torino.
Quando capitava che non ricordasse un nome, inventava uno nuovo,all'istante,
accompagnandolo con grande risate.
Ore 19,00.
I contadini si apprestavano a rientrare nelle loro case perchè le campagne di
Bianco distano 2-3 km dal paese. Preparavano la soma agli asini e lentamente percorrevano la carraia che in una mezz'ora li avrebbe portati, lentamente, a casa. Tutte case ad un piano, al mio paese, negli anni 50-60. Case povere,di una stanza. Dentro quella sola stanza si consumava la storia della vita fatta di poche cose.
Dietro l'Aspromonte è sceso il sole. Tutti a cenare. Stufato di fave con la "frittola" di maiale. Piselli “consumati” con la cipolla.
Vino rosso, quello che Ulisse diede a Polifemo per farlo ubriacare.
L'alcool etilico, già attraverso le mucose della bocca e del palato, entra nel
sangue e dà nuovo vigore e nuovo stimolo per vivere e per svegliarsi di nuovo e affrontare un'altra giornata senza troppe domande.
Alle 21,00 è quasi buio. Ore 22 inizia l’eclisse di luna. I contadini già dormono, esausti, sicuramente senza sogni. Al bar i fannulloni ed i viveur e quelli che non dormono mai!
Pochi lavorano di notte. I carabinieri girano con la campagnola per scoraggiare qualche furto. Il Capostazione Misitano ed il manovale Condello stanno facendo il turno di notte. Stanno giocando a scopa e non guardano il cielo! Una folata di vento e un forte rumore. Il rapido Reggio Calabria-Bari è passato un'altra volta senza fermarsi. Sono le 01,45. L’eclisse è totale.
Fa caldo ,l'aria è appiccicosa!
L'unico termometro della stazione di servizio "ESSO" di Pippo , segna 34,0 C°.
Se ci fosse stato l'orologio alla stazione,avrebbe segnato le 04,20.Tra poco sarebbe spuntato il sole e sarebbe nata Venere dalle “onde spumose” del mare Jonio. Mare Jonio di Bianco e non delle isole greche,il mare più bello del mondo.
Franco Sicari