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PARIGI, 6 MARZO- L'ex premier francese Alain Juppé ha confermato "una volta per tutte" che non si candiderà alle elezioni presidenziali francesi del 23 aprile prossimo. "Per me è troppo tardi", è stata la conclusione amara di Juppé, che ha comunque sottolineato lo stato di estrema confusione in cui attualmente versa la destra francese. [MORE]
Francois Fillon, vincitore delle primarie repubblicane ai danni di Juppé, mantiene dunque salda la sua candidatura, nonostante le polemiche suscitate dal "Penelopegate". L'aspirante guida dell'Eliseo è infatti nell'occhio del ciclone per aver affidato, tra 1988 e 2013, diversi incarichi politici alla moglie Penelope; la legge francese non vieta ai deputati di assumere familiari, ma la procura deve verificare se si sia trattato di lavori effettivi o fittizi.
Nel discorso tenuto ieri sera al Trocadero di Parigi, di fronte a quella che le Figaro ha descritto come "una folla impressionante", Fillon ha ammesso i suoi errori: "ho commesso il primo errore chiedendo a mia moglie di lavorare per me e ho commesso il secondo errore esitando sul modo di parlarne", ma ha poi sottolineato che "nessuno può impedirmi di candidarmi".
Nonostante l'affluenza al comizio parigino, l'ultimo sondaggio Kantar Sofres One Point attribuisce al candidato repubblicano appena il 17% delle intenzioni di voto al primo turno, mentre il rinunciatario Fillon otterrebbe un 24,5%. Sembra tuttavia che, con le sue ultime dichiarazioni, l'ex sindaco di Bordeaux abbia posto definitivamente la parola "fine" sulla possibilità di una sua cadidatura.
Marta Pietrosanti
foto: larepubblica.it