Fornero: senza le modifiche all'art.18 non c'è produttività
Politica Lazio

Fornero: senza le modifiche all'art.18 non c'è produttività

domenica 18 marzo, 2012

ROMA, 18 MARZO 2012.- Ospite del programma “Che tempo che fa“ di Fabio Fazio, il Ministro del Lavoro Elsa Fornero ha ribadito l’intenzione del Governo di procedere in via definitiva ad una sintesi di merito delle varie posizioni espresse dalle parti sociali, circa la riforma del mercato del lavoro, senza la quale non ci “sarà crescita per il Paese”.[MORE]

Secondo il Ministro è indispensabile giungere all’accordo. Le nuove regole di condotta dettate dall’esecutivo per l’approvazione della riforma, infatti, avrebbero anche l’effetto di garantire i mercati circa la capacità produttiva del paese e, dunque, la solvibilità del nostro debito pubblico. “La mobilità durerà ancora per qualche anno, ma dopo il 2013 l’Italia deve crescere"

Il principio della riforma, fondato su un idea dinamica del mercato del lavoro, determinerebbe il passaggio da una “filosofia per cui si vuole tenere attaccato il lavoratore a un certo posto di lavoro, anche se questo posto non è più produttivo, a una filosofia in cui noi aiutiamo a entrare il lavoratore in un nuovo posto di lavoro".

In tal senso, la riforma del mercato del lavoro non può non toccare l’art. 18 dello Statuto dei Lavori, le cui modifiche verrebbero compensate dall’efficacia di politiche idonee a garantire nuove opportunità lavorative che al contempo tutelino economicamente il lavoratore nel periodo non lavorativo. In altri termini la parola d’ordine è produttività, ma non assistenzialismo.

Il ministro Fornero ha precisato infatti che non si tratta della riforma dell’assistenza, ma della riforma del lavoro. Oltre la questione dell’art. 18 occorre infatti togliere talune forme contrattuali come lo stage, la cui sostanziale gratuità li rende ammissibili solo nel corso degli studi, quindi, “attraverso politiche attive per il lavoro” privilegiare l’opzione del c.d. contratto dominante. Secondo il Ministro del Welfare infatti “la flessibilità che costa poco non va bene, la flessibilità deve costare un pò di più”. L’idea è cioè quella di indurre le aziende ad investire sul lavoratore ricorrendo al contratto a tempo determinato, con l’impegno alla restituzione di quanto speso, in caso di conversione del contratto a tempo indeterminato.

Il Ministro Fornero ha infine precisato che "l’Italia è un paese in cu ci sono molti ambiti in cui il lavoro è poco considerato, specie per i giovani e le donne, ma soprattutto manca un clima di collaborazione tra imprese e lavoratori, e occorre cooperare per superare le contrapposizioni".

 

SAVERIO CARISTO

 

foto tratta d www.rai.it


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