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FMI: l'Italia, forse, tra 20 anni potrà tornare a livelli di occupazione pre crisi

Ilary Tiralongo
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FMI: l'Italia, forse, tra 20 anni potrà tornare a livelli di occupazione pre crisi
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WASHINGTON, 27 LUGLIO 2015 - Il Fondo Monetario Internazionale, nel rapporto sull'area Euro, afferma che, per l'Eurozona la ripresa sarà un percorso arduo che, in ambito occupazionale, mostrerà i propri risultati nel lungo periodo.[MORE]

ITALIA E DISOCCUPAZIONE

Quanto emerge dal rapporto, sembra confermare, per l'Italia, un elevato tasso di disoccupazione "più alto di quello visto durante la crisi". Il tasso preso in considerazione è il Nairu, o tasso naturale di disoccupazione, definito tasso di disoccupazione a inflazione stabile. Confrontandolo con gli altri Paesi, si prevede che, in Francia, nel medio termine, raggiungerà i livelli del periodo di crisi, a differenza della Spagna, dove il Nairu "scenderà in modo significativo rispetto a livelli senza precedenti ma rimarrà sopra il 15% nel medio termine". La frase che, senza dubbio, genera preoccupazione è quella che prevedrebbe, almeno, 20 anni per la riduzione del tasso di disoccupazione "senza un significativo rialzo della crescita all'Italia e al Portogallo potrebbero servire quasi 20 anni per ridurre la disoccupazione ai livelli pre-crisi". Il Fmi consiglia, dunque, alcune tipologie d'intervento, assicurando che, manovre positive, per il Bel Paese, sono sicuramente il Jobs Act e la legge sulla responsabilità civile dei magistrati. Tra le raccomandazioni del Fondo, si annoverano "l'adozione e l'implementazione della pianificata riforma dell'amministrazione pubblica", "ulteriori misure volte a migliorare l'efficienza della giustizia civile", rafforzare il Jobs Act, la "legislazione e l'implementazione di misure concrete per ridisegnare" gli ammortizzatori sociali "in un sistema universale di sostegno condizionale alla ricerca di lavoro e al training", la "decentralizzazione della contrattazione salariale per permettere una maggiore flessibilità nei contratti nazionali", e, infine, la, rapida, approvazione della legge annuale sulla "competizione per affrontare le barriere regolamentari riguardanti il retail e i trasporti".

L'EUROZONA VISTA DAL FMI

Per quanto la ripresa dell'Eurozona stia procedendo, rafforzandosi, permangono rischi di "stagnazione" a causa di "shock negativi" determinati da prolungati periodi di inflazione e bassa crescita. La stima di crescita del Pil, per l'Europa, è dell'1,5% per il 2015 e dell'1,7% per il 2016, ma il timore di un nuovo "contagio greco", resta. "La debole prospettiva di medio termine e il limitato spazio di manovra rende l'Eurozona vulnerabile a shock che potrebbero indurre a un prolungato periodo di bassa crescita e inflazione" dicono dal Fmi. Si legge, inoltre, nel rapporto che "nonostante i recenti miglioramenti, il tasso di disoccupazione rimane sopra l'11% nell'area euro e vicino al 25% in Grecia e Spagna. La quota di disoccupazione di lungo termine continua ad aumentare, accrescendo i rischi di un'erosione delle capacità".

Si apprende, infine, che l'elevato tasso di disoccupazione potrebbe a tal punto danneggiare il "potenziale umano" da creare "lost generations", generazioni perdute.

Fonte foto: piazzaffari.it

Ilary Tiralongo

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Scritto da Ilary Tiralongo

Giornalista di InfoOggi

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