"Flight" di Robert Zemeckis, "Amico fragile" in caduta libera ma verso la redenzione
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"Flight" di Robert Zemeckis, "Amico fragile" in caduta libera ma verso la redenzione

giovedì 11 aprile, 2013

Robert Zemeckis ritorna al cinema con un film in live action, Flight, dopo essersi dedicato negli ultimi dieci anni solo al motion capture e al 3D (Polar Express 2004 - La leggenda di Beowulf – 2007, A Christmas Carol – 2009). Il film ha ricevuto due nomination all’Oscar (per miglior attore protagonista a Denzel Washington e migliore sceneggiatura originale a John Gatins) ed è uscito il 24 gennaio nelle sale italiane.

Fligth è la storia di un atterraggio di fortuna da un volo in caduta libera, non solo di un aereo di linea ma anche del cuore di un uomo. La storia si svolge su due binari complementari volti a rappresentare il dramma della catastrofe che avviene nel tempo delle casualità reali come fatalità meccanica (il guasto dell’aereo) ed ugualmente nel tempo delle contingenze spirituali come fatalità emotiva (la spirale dell’autodistruzione). Sono due fatalità che si incrociano e si fondono nel film di Zemeckis - la fatalità dell’errore commesso da una macchina e la fatalità dell’errore in cui cade vittima il cuore dell’uomo - per dar voce ad un’istanza di carattere morale.

Whip Whitaker è un pilota di aerei con un matrimonio fallito alle spalle e un figlio di 15 anni che lo detesta. Alcolizzato e cocainomane, dopo aver trascorso una notte di sesso e alcol con una hostess, fa colazione con una striscia di cocaina e due bottigliette di vodka e si mette alla guida di un aereo di linea in partenza da Orlando con destinazione Atlanta. Un guasto meccanico, a seguito di una forte turbolenza, fa precipitare il velivolo. Nonostante o a causa delle sue condizioni, Whip compie una manovra spericolata e riesce a salvare quasi tutti i passeggeri, ben presto però le indagini sulle cause dell’incidente portano alla luce le analisi chimico-cliniche che rivelano il suo stato fisico e Whip finisce sotto processo.

La sequenza iniziale del film - realizzata in stile disaster movies - è il preludio di una storia che rivolge tutto il suo interesse all’introspezione. La ricerca delle cause e delle colpe sembra essere al centro dell’indagine ma, via via che il racconto procede, il punto di vista si sposta totalmente sul protagonista, per scendere negli abissi della solitudine e della fragilità umana, divenendo intimo e toccante. Attraverso il percorso interiore, nel finale si attua la ricomposizione del significato morale: è la coscienza, il cuore, non la legge, che non permette al protagonista di essere un eroe, a fronte di quanto è successo, nei confronti di se stesso e della collettività, ed è la coscienza a fargli desiderare di esserlo, fino in fondo, con tutto ciò che questa grande verità comporta. Facilmente Whip potrebbe mentire ed essere assolto, persino credere che, se si fosse trovato in perfette condizioni fisiche, quell’atterraggio di fortuna non sarebbe avvenuto; ma l’essere, di fatto e suo malgrado, un eroe, lo mette di fronte alla pienezza della sua umanità, alle capacità e alla forza della sua grandezza spirituale, sia come pilota che come uomo. [MORE]
Si comprende così come l’essere un eroe, quando anche avvenga per caso, abbia il peso e la necessità della responsabilità; tale fatalità impedisce a Whip di continuare a vivere nella menzogna e nel vizio senza dover rendere conto al proprio valore. Dal momento che questo valore si rende manifesto e viene riconosciuto - il regista ne mostra tutte le delicate sfumature delineando la sensibilità e la bellezza interiore del suo personaggio - diventa una voce che spinge con prepotenza al riscatto. Il destino, sotto forma di disastro aereo e atterraggio di fortuna, offre a Whip l’occasione preziosa di recuperare tutte le sue qualità umane. La storia di Flight diviene dunque la rappresentazione del cammino di un’anima fragile in bilico sul filo fra istinto di caduta e desiderio di rinascita, giocata all’interno della ricerca di una soluzione ad una questione insolvibile, una risposta che non rimanda alle sentenze dei tribunali e agli assunti di legge ma solo all’anima e alla coscienza del protagonista che sceglie alla fine di comportarsi da uomo, da eroe, da padre e di esserlo quindi davvero.
“C’è questo tema, è un tema che devo scrivere. Il titolo è ‘La persona più affascinante che non ho mai conosciuto’.
Va bene.
Allora, chi sei tu?”

Denzel Washington, per la prima volta diretto da Zemeckis, ha il merito maggiore della solenne e altrettanto delicata bellezza di questo film, grazie ad una straordinaria capacità di interpretazione dei sentimenti che, attraverso sfumature fisiche, espressive e verbali, rende forza, spessore, verità, sensibilità, arroganza, carisma, fascino, tenerezza di un personaggio che si stacca dalla storia e continua a vivere per giorni, settimane, nell’immaginazione, conferendo vita propria alle idee e alle emozioni che il film intende veicolare. La storia e il suo intreccio narrativo si dimenticano presto, mentre Whip, eroe fragile e forte, goffo e imponente, tenero e arrogante è già indimenticabile dal primo minuto del film.


Titolo originale:
id.
Interpreti: Denzel Washington, Kelly Reilly, Don Cheadle, Bruce Greenwood, John Goodman
Origine: Usa, 2012
Distribuzione: Universal Pictures
Durata:138'

(in foto Denzel Washington/ Whip Whitaker)


Gisella Rotiroti


Autore
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