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MILANO, 16 FEBBRAIO 2013 - Fa discutere e tanto la proposta avanzata da Enzo Raisi, candidato alla camera di Futuro e Libertà, che in un manifesto programmatico chiede di snellire le pratiche burocratiche per quanti desiderino entrare in possesso di armi. Così, auspica Raisi, sarà molto più semplice soddisfare il proprio 'bisogno' di avere in casa una pistola o un fucile per sport come per difesa personale. [MORE]
La motivazione fornita dal candidato finiano non fa una piega: confermando e avallando le normative vigenti, non si fa altro, a suo avviso, che impedire "ad eccellenze industriali come Beretta di crescere". Tra i punti rilevanti del manifesto, che come prevedibile ha suscitato un vespaio di polemiche, l'acclamato "diritto alla legittima difesa, a protezione della vita e dell'autodeterminazione" e la garanzia "dell'esercizio responsabile e sostenibile delle attività venatorie".
Nonostante le giustificazioni fornite dal gruppo, la proposta non accoglie consensi fra i più, tenendo conto che già in altre occasioni Raisi aveva tentato di far approvare provvedimenti che aizzassero all'uso delle armi. Del 2001 è la proposta di legge presentata alla Camera, con la quale si voleva rendere legale il possesso di armi da parte dei parlamentari, abolendo finanche l'obbligo di licenza, dacché il lavoro da essi svolto li sottopone a continui rischi e pericoli; qualche anno dopo, lo stesso Raisi, a seguito di diversi casi di cronaca verificatisi in alcune aree verdi di molte città, propone di estendere il porto d'armi anche per le guardie giurate che prestano servizio nei parchi. Insomma, mentre l'America riflette seriamente sulla questione dell'accesso facile alle armi che negli ultimi anni ha dato luogo a diverse carneficine, specie fra i minori, in Italia qualcuno tenta di fare qualche passo indietro in tal senso. Come se la storia recente proprio non ci avesse insegnato nulla.
Emmanuela Tubelli
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