Flat tax e salario minimo: scontro Lega-M5S sulle coperture
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ROMA, 24 GIUGNO – Salario minimo e flat tax, misure bandiera delle due forze che sostengono il governo Conte, costituiscono l’ennesimo terreno di scontro politico fra esponenti dei due partiti. Più in particolare, l’occasione per il botta e risposta in questo caso ha riguardato le coperture che sarebbero necessarie per avviare i due programmi di investimento.
Già in difficoltà per rastrellare entrate necessarie per rispettare i vincoli di bilancio europei, il MEF dovrà fare i conti anche con le nuove richieste di Lega e 5 Stelle, sempre più pressanti. Considerando le limitate risorse a disposizione, potrebbe essere importante anche individuare per primi nuove eventuali attività da inserire nel prossimo bilancio, essendo difficile dal punto di vista economico che le grandi misure proposte dai due alleati (ancorché politicamente non incompatibili) possano ricevere piena e completa realizzazione nei prossimi mesi.
In questo caso, la polemica è divampata quando il vicepremier Salvini ha annunciato di aver individuato 15 miliardi di spesa pubblica da dirottare sugli investimenti necessari alla realizzazione della flat tax generale. Il sottosegretario leghista all’economia Massimo Garavaglia, successivamente, ha difeso a spada tratta la tassa piatta, ormai cavallo di battaglia del suo partito, confermando la versione fornita da Salvini ma rifiutandosi di rendere pubbliche le analisi dei tecnici del Carroccio e le risorse individuate, spostando i riflettori sui partner pentastellati. “Non posso dire quali sono le coperture per la flat tax altrimenti Di Maio e i suoi potrebbero rubarci le idee” – ha dichiarato Garavaglia a “Circo Massimo”, trasmissione di Radio Capital, prima di attaccare duramente anche l’iniziativa concernente i minimi salariali, tacciati di essere “dannosi per le imprese” e per questo “già bocciati da tutto il mondo economico”. Piuttosto, Garavaglia (che ha comunque una laurea in economia e commercio) ha smentito Salvini sull’utilità dei minibot da quest’ultimo a più riprese prospettati, confermando a sua volta la posizione già espressa dal sottosegretario Giorgetti (“I minibot non sono uno strumento credibile per tamponare il debito pubblico”).
A stretto giro di posta, alle parole del viceministro leghista ha fatto seguito la replica del leader pentastellato, che da Taranto si è augurato si tratti di 15 miliardi “freschi”, di “risorse che nulla tolgano alle persone”. “È proprio questo il nostro obiettivo” – ha chiarito Di Maio – “cioè evitare che per la flat tax si sottraggano risorse che attualmente costituiscono altrettanti benefici pubblici, anzi è necessario che si trovi il modo di disinnescare le clausole di salvaguardia che prevedono l’aumento dell’IVA”. Il capo politico del Movimento si è comunque mostrato fiducioso, pur preferendo chiarire la sua posizione alla controparte governativa. Del resto, i due schieramenti restano d’accordo sulla possibilità, residuale, di finanziare le misure economiche anche con nuovo debito pubblico ed avviare la nuova manovra economica anche sforando i parametri sul deficit, evidentemente puntando ad un innalzamento del PIL con un abbattimento del cuneo fiscale ed un aumento dei posti di lavoro.
Francesco Gagliardi
Fonte immagine: gds.it