Firenze: polemiche su più fronti tra Ataf e rappresentanze sindacali, domani sciopero
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FIRENZE, 17 LUGLIO- Nervi tesi fra l’ Ataf e rappresentanze sindacali. A gettare benzina sul fuoco la richiesta di risarcimento danni avanzata dal presidente Filippo Bonaccorsi per ottenere centosessantamila euro da due sindacalisti della Fit Cisl: ottantamila a testa.[MORE] «La Cisl non si lascerà intimidire né dall’azione legale presa nei confronti suoi e dei suoi delegati e dirigenti, né dal clima di ‘polizia’ creato nell’azienda e fra i lavoratori», ha reagito Fit-Cisl di Firenze. «Non c’è nessuna querela o richiesta danni verso il sindacato Fit Cisl - risponde Bonaccorsi - Le azioni sono state intraprese dall’azienda contro singole persone fisiche che hanno rilasciato dichiarazioni a nostro giudizio lesive. Nel merito valuterà il giudice, ma buttarla ancora una volta in politica è assolutamente fuori luogo». Altrettanto inopportuno viene ritenuto dalla Cisl proprio «l’aver spostato la vertenza sindacale nelle aule di tribunale durante una vertenza complessa come quella in corso su Ataf: è un fatto grave, che esula dalla normale dialettica di relazioni sindacali e porta un oggettivo peggioramento del clima del quale non sentivamo il bisogno».
La questione della privatizzazione offre terreno per ulteriore polemica. Infatti è contro la privatizzazione che domani è stato proclamato lo sciopero di 24 ore, escluse le fasce di garanzia.Ieri il presidente Bonaccorsi ha tenuto a precisare che «il processo di privatizzazione di Ataf inizierà prima della gara regionale» per l’affidamento del tpl ha poi aggiunto polemicamente che «le dichiarazioni di quanti sostengono che la vendita della quote di capitale dell’azienda avverrà dopo la gara regionale denotano totale ignoranza dei meccanismi di piazzamento delle aziende sul mercato oppure chi le rilascia sa già che Ataf vincerà la prossima gara ma poi deve spiegare perché ne è così sicuro. Il valore di Ataf — ha spiegato Bonaccorsi — è legato all’esito della gara: non è difficile capire che se la vincesse varrebbe molto di più che se la perdesse».
Scontri anche sul versante occupazionale, «A proposito dei '‘480 posti a rischio’' citati a più riprese dai sindacati, non esistono — dice Bonaccorsi — Anzi, 47 lavoratori precari hanno avuto la conversione del contratto a tempo indeterminato. C’è chi combatte la precarietà a parole e chi con i fatti. Se i sindacati volessero dare un contributo concreto, potrebbero per esempio accettare la riduzione delle ore di permesso sindacale e consentire così all’azienda il recupero di importanti risorse economiche».
Davide Scaglione