ROMA, 16 GIUGNO 2011 – Dopo la batosta delle elezioni amministrative e l'esito dei quesiti referendari, il presidente della Camera Gianfranco Fini interrompe silenzio e s'inserisce a gran voce nel dibattito politico. In una lunga intervista al Corriere della Sera, il leader di Futuro e Libertà mostra di avere le idee chiare sullo stato dell'attuale governo.
Innanzitutto su Berlusconi che, dice, “dovrebbe fare un gesto d'amore per l'Italia e per il centrodestra, prendere atto che vivacchiare è difficile e dannoso per il Paese e passare la mano. Ma non lo farà. E il governo collasserà come un mobile pieno di termiti”.[MORE]
Mentre i sondaggi parlano di un disastroso calo di consensi al centrodestra, Fini assicura che appoggerebbe “un governo che adottasse l'agenda Draghi, le quattro o cinque priorità per il Paese”.
L'intervento del presidente della Camera è un lungo attacco all'attuale situazione governativa. Il principale responsabile? Berlusconi che, secondo Fini, “ha sempre diviso” e “anche quando ha raccolto un consenso vasto l'ha sempre fatto contro un nemico. Ha alzato muri, oggi si dovrebbero costruire ponti”.
“Servirebbe un esecutivo imperniato nel centrodestra – dichiara il leader di Futuro e Libertà - che ha vinto le elezioni ma capace di parlare a tutti gli italiani, che puntasse sulle cose che uniscono anziché sulle tante che dividono”.
Fini prepara il terreno alla discesa in campo del Terzo Polo. L'alternativa a Berlusconi si fonderebbe su una convergenza di “forze responsabili”.
“Casini, Rutelli e io – afferma Fini - abbiamo storie diverse ma attorno ai nostri valori si può ritrovare un ampio arco di forze responsabili”.
Fini si candida a rappresentare l'alternativa all'attuale governo e lo fa con tutta l'urgenza del caso.
“Sento evocare lo spirito del '94, e mi pare un segno di fine regime”, dice.
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