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PALERMO, 8 OTTOBRE 2011 - “Se il presidente del Consiglio amasse veramente l'Italia dovrebbe fare un passo indietro consentendo a qualcun altro di governare con il contributo di altri”. È questa la frase simbolo del discorso che Gianfranco Fini, a capo di Futuro e Libertà per l'Italia (Fli), ha sostenuto alla manifestazione del suo partito a Palermo.[MORE]
Fini si mostra molto critico nei confronti del governo in generale e del premier in particolare, sostenendo, fra le altre cose, che “non se ne può più di videomessaggi, di annunci e promesse non mantenute. Il governo non governa e il premier è in tutt'altre faccende affaccendato”.
Ma il leader di Fli non auspica un “governo del ribaltone” in sostituzione a quello attuale, ma “uno sostenuto dalla maggioranza che ha vinto le elezioni e aperto al contributo di altri”.
Secondo Fini è infatti “finita l'era del berlusconismo e del bipolarismo” e sarebbe ora di lasciare spazio a nuove esperienze politiche.
“Quanti sarebbero gli italiani che se dovessero scrivere l'ordine del giorno dei lavori della Camera metterebbero al primo punto il disegno di legge sulle intercettazioni?” si chiede poi, riportando l'attenzione sulle leggi ad personam riguardanti i casi giudiziari del presidente del Consiglio. “Solo quando non si hanno argomenti si grida al complotto, si danno le colpe ai magistrati e ai giornalisti” ha continuato il leader di Fli. Secondo Fini, infatti, il ddl intercettazioni “non è la migliore legge per l'intresse nazionale ma forse per l'interesse personale di qualcuno”: “un giorno serve il processo breve e un giorno il processo lungo a seconda di quello che conviene” ha poi aggiunto.
Per quanto riguarda le riforme future, la politica deve fissare nuove priorità, fra cui il taglio dei costi “non della politica, ma degli apparati che sono proliferati in nome della politica. È importante discutere di legge elettorale, ma è più importante ridurre il numero dei parlamentari e degli apparati”.
“Siamo un Paese destinato al declino, perché continuiamo a importare braccia ed esportare cervelli” ha poi osservato Fini. “L'Italia rischia di bruciare una generazione – ha continuato -. Noi abbiamo la più alta percentuale di ragazzi che non lavorano e che non studiano di tutta l'Unione europea. C'è una sorta di rifiuto del futuro da parte dei giovani".
Come fare ad uscire dall'impasse, dunque? È lo stesso leader di Fli a lanciare la proposta: "perché non aumentare anche di un anno o due l'età pensionabile dei genitori ma a patto che lo Stato con i soldi che risparmia crei un fondo per le politiche di ingresso dei giovani nel mondo del lavoro o per l'aggiornamento professionale?”
Nel suo discorso però non manca un attacco ai leghisti. A causa del Carroccio, infatti, non sarebbe “a rischio l'unità nazionale ma la coesione nazionale minacciata dalla divisione tra Nord e Sud”. Per questo motivo ha ringraziato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano “per avere detto che l'ipotesi di secessione è fuori dalla storia”. Ha infine ironicamente commentato che “quelli della Lega danno il meglio quando a Pontida si vestono da Unni e Barbari”.
Marta Lamalfa