Fini: contratto a tempo indeterminato ma con possibilità di licenziamento
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TRAPANI, 12 APRILE 2011 - A pochi giorni dalla protesta dei precari Fini lancia una nuova proposta per contrastare la disoccupazione giovanile. L'obiettivo è di porre fine alla miriade di contratti a tempo determinato ed ai fantomatici stage, ormai diventati veri e propri mezzi di sfruttamento giovanile, tra l'altro legalmente non retribuiti.[MORE]
L’idea del presidente della Camera è quella di un contratto unico a tempo indeterminato che sostituisca la giungla dei contratti atipici e precari. In poche parole il sogno dei tanti giovani scesi in molte piazze d'Italia per dire basta alla precarietà. Ma c’è una novità: la possibilità di licenziamento. Il presidente della Camera sposa, dunque, la ricetta del senatore democratico Pietro Ichino, di Luca Cordero di Montezemolo e dell'economista Nicola Rossi e punta ad un contratto a tempo indeterminato per tutti ma con una maggiore flessibilità in uscita.
La risposta dei sindacati però non è positiva, soprattutto quella del segretario generale della Cigl, Susanna Camusso. Secondo l’opposizione infatti la proposta sarebbe subito da mettere in relazione all’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori che prevede il divieto di licenziare senza una giusta causa. Anche la Uil manifesta la sua disapprovazione. "E' una vecchia idea" e "non mi sembra che abolire l'articolo 18 possa risolvere i problemi del precariato” afferma il segretario confederale Paolo Pirani, rispondendo alla proposta lanciata dal presidente della Camera. Per il sindacalista della Uil la questione della precarietà deve essere affrontata "creando nuovi posti di lavoro e facendo costare di più il lavoro flessibile", che oggi risulterebbe più conveniente per le imprese rispetto ad un contratto a tempo indeterminato.
Durante la sua visita in Sicilia Fini ha toccato anche altri temi come quello dell'immigrazione. E' necessario "lavorare in piena sinergia istituzionale è essenziale", ha detto durante la conferenza stampa e ha aggiunto "quanto sta accadendo non è un problema di enti o di amministrazioni locali, ma un problema che va affrontato in un'ottica europea, in cui la sinergia è fondamentale per non alimentare più sterili balletti di responsabilità".
Roberta Lamaddalena