Festival di Venezia: il Coisp replica a Placido
Cultura e Spettacolo

Festival di Venezia: il Coisp replica a Placido

lunedì 6 settembre, 2010

Il Coisp replica a Placido: “Se in Parlamento ci sono persone peggiori di Vallanzasca ciò è divenuto possibile proprio quando si è smesso di indignarsi ritenendo che tutto sia lecito!”

“Se è vero che nel nostro Parlamento siedono soggetti che sono paragonabili per indegnità ad un delinquente come Renato Vallanzasca ciò è divenuto possibile proprio quando la società ha spostato troppo in là i limiti che l’onore, la civiltà, il buon gusto ed il buon senso impongono. Quando cioè tutto è divenuto ‘lecito’, perché in nome di un delirante senso di onnipotenza dell’uomo si è deciso che sull’altare dell’individualismo e dell’egocentrismo sfrenato, mascherati dall’ideale di una sterile ‘libertà’ ad ogni costo - a costo, soprattutto, dell’oltraggio ai diritti ed alla dignità altrui - si è sacrificato il sacrosanto rispetto per i valori su cui dovrebbe fondarsi l’esistenza di un uomo. In questo senso le ultime dichiarazioni di Placido non sono altro che una conferma della bontà delle critiche che il suo film ha scatenato”. [MORE]
Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, commenta le parole di Michele Placido, regista del film su Renato Vallanzasca, bandito pluriomicida, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, il quale, in risposta alle dure reazioni giunte da più parti contro il lungometraggio - compresa quella del Coisp e dei familiari delle vittime -, nel corso di una conferenza stampa ha detto fra l’altro: “Vallanzasca è un uomo che sta pagando per quel che ha fatto ma sappiamo bene che ci sono persone in Parlamento che hanno fatto peggio”.
“Una cosa è certa - aggiunge il leader del Coisp -, giustificazioni del tipo ‘lui è peggio di me!’ non solo non hanno mai funzionato, ma certamente non sono degne dell’intelligenza e della preparazione di un professionista serio quale Placido è! Comprendiamo dunque che egli debba difendere ad ogni costo il proprio lavoro, ma lui comprenderà l’assurdità del messaggio che vuole far passare, e che, se possibile, è peggio della celebrazione riservata ad un bandito cui viene reso un tributo rendendolo protagonista di un’opera cinematografica!”.
“Siamo ben consci - incalza Maccari - che in questo Paese a personaggi certamente non adamantini sono stati riservati ruoli di potere e di estrema responsabilità e che, anzi, proprio per la loro scaltrezza così poco limpida e la loro personalità poco valorosa molti sono assurti ad ideologi e guru nella sofisticata attività di fare affari con le idee che vengono strumentalizzate, fino all’indegno sfruttamento della cosa pubblica, ma non per questo è giusto piazzare cariche di tritolo alla base di quelle poche sane buone e leali convinzioni che ancora qualcuno difende con le unghie e con i denti! Che il marcio sia arrivato addirittura fin dentro al ‘palazzo’ non vuole certamente dire che a questo punto tutto è lecito, ma che, semmai, è ora di ritrovare la nostra capacità di indignarci, più forte che mai, e di rifiutare ciò che semplicemente ed oggettivamente è male. Punto e basta. Ed allora niente più panegirici sterili e fuorvianti: il bianco è bianco ed il nero è nero; ciò che è giusto è giusto, e ciò che è sbagliato è sbagliato, senza relativismi idioti, senza se e senza ma”.

“Allora - conclude il Segretario Generale del Coisp - ci permettiamo di terminare noi la considerazione di Placido, aggiungendo alle sue parole: è sacrosanto che Vallanzasca paghi per i suoi errori in silenzio, lasciando che una sorta di damnatio memoriae della sua malvagità attutisca l’atrocità del dolore che ha provocato, nel giusto rispetto dei familiari delle sue vittime e lasciando anche a lui stesso maggior possibilità di salvare ciò che resta della sua esistenza; ed è sacrosanto che, con la stessa intransigenza e fermezza, vangano definitivamente messi nell’angolo, censurati ed umiliati, quei rappresentanti del popolo che sono stati inetti, infedeli, indegni”.
 

 


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