Fassina: «C'e' evasione di sopravvivenza». Scoppia la polemica. Camusso: «Clamoroso errore politico»
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MILANO, 26 LUGLIO 2013 – Un “autogol” politico, le parole del viceministro dell’Economia Stefano Fassina che ieri - dopo i dati record sulla pressione fiscale diffusi ieri da Confcommercio – ha dichiarato: «La pressione fiscale è insostenibile. C'è una relazione stretta tra la pressione fiscale, la spesa e l'evasione», rincarando la dose, affermando: «esiste un'evasione di sopravvivenza. Senza voler strizzare l'occhio a nessuno, senza ambiguità nel contrastare l'evasione ci sono ragioni profonde e strutturali che spingono molti soggetti a comportamenti di cui farebbero volentieri a meno. Non è una questione di carattere prevalentemente morale».
Dura la replica del segretario della Cgil, Susanna Camusso: «Questa battuta non si può definire solo una battuta infelice, ma e' un drammatico errore politico». Camusso, prosegue sottolineando che: «Abbiamo accolto molto positivamente che ieri il presidente del Consiglio rispondendo ai giornalisti a margine del congresso nazionale degli ordini degli ingegneri in svolgimento a Brescia - sia andato da Equitalia tra i lavoratori che sono stati ampiamente attaccati in questo periodo, soprattutto perché così c'è il messaggio contro l'evasione e si ribadisce la necessità di continuare una lotta senza quartiere all'evasione fiscale». Provocatorio il capogruppo del Pdl, Renato Brunetta, che – rivolgendosi alla Camusso – afferma. «Benvenuta nel Pdl». [MORE]
E, le parole di Fassina, non sono piaciute nemmeno in seno al suo partito: «La Linea del Pd è quella che l'evasione si combatte,punto e basta», ha sostenuto il segretario Guglielmo Epifani, che poi continua: «Devo aggiungere che le parole di Fassina sono state interpretate con troppa malevolenza: non si può farlo passare come uno che pensa che gli evasori abbiano ragione, non è così, non è quello che sta facendo. È stata equivocata una sua frase relativa a una constatazione, che non voleva essere una giustificazione». Per il responsabile economico dei Democratici, Matteo Colaninno, c’è invece la necessità di «cambiare: mettere a punto, senza indugio, una strategia di fedeltà fiscale, senza cadere in forme persecutorie, basata su prevenzione e contrasto efficace per fare emergere gradualmente il sommerso, ampliando così la platea dei contribuenti. La lealtà fiscale viene quindi prima di tutto: È una battaglia di giustizia e civiltà ma è anche la premessa di un nuovo rapporto leale e simmetrico tra lo Stato, i suoi contribuenti e le imprese».
Comunque, oltre alle suddette infelici parole, Fassina ha anche affermato che una priorità resta quella di «fermare l'aumento dell'Iva e contemporaneamente rivedere l'Imu. La proposta è fatta: Lasciando l'Imu sulla prima casa sugli immobili di maggior valore", pari al "15%" del totale, si possono recuperare 2 miliardi per scongiurare l'aumento dell'iva. Quindi, si potrebbe eliminare l'Imu prima casa per l'85% delle famiglie e destinare le risorse derivanti dal restante 15%, o per lo stop al rialzo Iva o in interventi fiscali sui redditi più bassi, a sostegno dei consumi, o a sostegno della cassa integrazione in deroga».
Infine, in merito all’”evasione di sopravvivenza”: «Si tratta di quell’ethos, di quella mentalità pubblica che il sociologo americano Banfield definì ‘familismo amorale’. Il familista sembra seguire questa regola generale: massimizzare i vantaggi materiali e immediati della famiglia nucleare, pensando che tutti gli altri facciano lo stesso. Regola che, in campo fiscale, si traduce nella giustificazione che sentiamo spesso: «Evado perché tengo famiglia; del resto così fan tutti».
(Andrea Leccese, "Innocenti evasori", Armando Editore)
Rosy Merola