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ROMA, 21 MARZO 2014 - Stafano Fassina (quello del “Fassina chi?” di Renzi) ci è andato giù pesante nel criticare stamane, ai microfono di SkyTg24 la riforma del lavoro disegnata all’interno del decreto legge del Ministro Poletti: «Il decreto del governo sul lavoro – dice il deputato PD - è un intervento più grave che l'eliminazione dell'art. 18.
Forse vi sono delle tecnicità che non a tutti sono chiare, ma sarebbe meno grave eliminare l'art. 18, almeno ci sarebbe un contratto a tempo indeterminato seppure interrompibile in qualunque momento il dl lavoro non va perché aumenta in modo pesantissimo la precarietà. Noi faremo emendamenti e speriamo che il governo sia disponibilità».
Dopo le contestazioni dei sindacati, soprattutto di Susanna Camusso leader della CGIL, arriva l’ennesima bocciatura del Jobs Act di Renzi da parte di Maurizio Landini, segretario della Fiom. «Al governo bisogna dire anche quello su cui non siamo d'accordo come sulla liberalizzazione dei contratti a termine e sull'aver agito con un decreto.
Penso sia grave – ha commentato Landini in assemblea sindacale - il fatto che il contratto a termine rischi di diventare una forma di assunzione. C'è il rischio di creare un precario a vita e questo non riguarda solo i giovani».
Il punto critico, bersaglio di polemiche in questi giorni, è quella parte del decreto che riguarda l’estensione da 12 a 36 mesi nei contratti a termini con la possibilità di non specificazione del cosiddetto istituto della causalità, la possibilità per le imprese di non rendere note le motivazioni che hanno portato all'assunzione di lavoratori a contratto a termine.[MORE]
Sergio Sulmicelli
foto da: repubblica.it