Fase 2: Catanzaro e Crotone riaprono ma tra commercianti regna incertezza
Economia Calabria Catanzaro

Fase 2: Catanzaro e Crotone riaprono ma tra commercianti regna incertezza

lunedì 18 maggio, 2020

Fase 2: Catanzaro e Crotone riapre ma tra commercianti regna incertezza. Chiesta più facilità accesso accredito o molti 'in pasto usurai'
CATANZARO, 18 MAG - Riapertura nel segno dell'incertezza per il futuro a Catanzaro e non per tutti. Molti i negozi aperti, ma alcuni hanno preferito tenere ancora abbassate le serrande, visto anche il poco tempo - le linee guida sono state rese note solo ieri sera - per mettersi a posto. Al centro dell'attenzione, soprattutto parrucchieri e bar. In un salone del centro, le fasce bianche e rosse delimitano le postazioni off limit, mentre il titolare attende le prime clienti con indosso il camice monouso, maschera e guanti.

Dopo oltre 2 mesi, anche i banconi dei banchi sono tornati ad essere frequentati dai clienti per un caffè "vecchio stile". Ma i dubbi tra i commercianti restano. "Se non avremo accesso al credito - dice Marisa Costa titolare di un negozio di abbigliamento del centro - molti di noi finiranno nelle mani degli usurai. In questi mesi di lockdown i costi li abbiamo avuti ugualmente. Gli ultimi decreti governativi e regionali non sono ancora stati pubblicati. La volontà non ci manca ma ci serve aiuto".

Un altro problema è quello dei ritardi nei pagamenti dei 600 euro e della cassa integrazione. "La mia dipendente - dice ancora la commerciante - solo pochi giorni fa ha avuto la prima parte della cassa integrazione. Se non ci sono soldi chi verrà a comprare?". Una richiesta, quella dell'accesso al credito, ripetuta come un mantra da tutti i commercianti catanzaresi, a prescindere dal settore di competenza.

Oggi, dopo oltre due mesi, anche a Catanzaro i primi fedeli sono tornati in chiesa. Sui banchi dei cartelli indicano gli spazi da lasciare liberi per permettere di osservare il distanziamento, ma le limitazioni non sono state comunque tali da impedire il ritorno dei fedeli che, di prima mattina, hanno anche potuto assistere alla messa. E mentre le attività commerciali tornano timidamente a tirare su le serrande, nel settore balneare ancora tutto è fermo.

Le linee guida - meno restrittive di quelle originarie dell'Inail - autorizzano la riapertura dal 20 maggio, ma le spiagge del litorale ionico catanzarese sono ancora spoglie. Di ombrelloni e lettini neanche l'ombra, ma i titolari degli stabilimenti si dicono pronti a ripartire, fiduciosi di poter allestire le spiagge al meglio in vista della stagione estiva.

Crotone, negozi aperti ma scarsa affluenza clientela Commerciante, in lockdown tagliato telefono e ridotta elettricità
"Abbiamo aperto ma l'affluenza non c'è. Noi che avevamo già aperto per i bambini siamo un po' più organizzati dei colleghi perché le linee guida sono arrivate troppo in ritardo. Per fortuna sono meno restrittive di quello che era stato annunciato". Marcello Sacchetta del negozio Bfashion di Crotone appare piuttosto sconfortato. "Noi nel negozio - prosegue - prendiamo tutte le precauzioni. Diamo ai clienti maschere e guanti perché provino i capi solo in questo modo.

C'è però incertezza, c'è paura e pochi soldi. Ripartire non è facile perché i volumi di cassa si fanno in base al numero di clienti che entra. Non abbiamo avuto alcun tipo di aiuto per i costi sostenuti comunque. Se va bene ai saldi riusciremo a recuperare qualcosa, altrimenti la perdita è secca". Non va meglio al negozio Mas di Saverio e Giuseppe Masellis. Si tratta di un'attività specializzate negli abiti da cerimonie. "Il settore è il più penalizzato - dice Saverio Masellis - perché avevamo 60 matrimoni, tutti spostati ad altra data.

Tutta la collezione è rimasta invenduta. Avevamo acquistato anche già abiti per alcuni matrimoni anticipando i soldi e poi ci siamo ritrovati nel lockdown. Noi ci siamo esposti ma ci sono rimasti gli abiti invenduti. Siamo a zero fatturato, i costi rimasti e quando siamo tornati per organizzare l'apertura abbiamo scoperto che ci hanno tagliato il telefono per il mancato pagamento di bollette e ridotto la potenza elettrica nonostante le promesse del governo". "In questo momento - aggiunge - non possiamo neppure usare il pos per eventuali pagamenti elettronici perché siamo senza linea. L'idea è di convertire il negozio, ma oltre ai problemi di liquidità per acquistare la merce ci sono anche problemi di fornitura perché i produttori sono rimasti fermi".


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