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ROMA, 8 AGOSTO 2011- C’è una bomba al Colosseo. Questo terribile annuncio, ieri, ha gettato nel panico per alcuni minuti centinaia di persone che si trovavano nella zona. Un falso allarme, per fortuna, che sta alimentando però una serie infinite di polemiche nella Capitale. [MORE]
Si scopre, ad esempio, che il sindaco Giovanni Alemanno non sapesse fino a ieri che i metal detector sono stati rimossi oramai da anni, e che il circuito di telecamere all’interno del monumento non ha funzionato.
Una dichiarazione che ha lasciato piuttosto sorpreso il sottosegretario ai Beni Culturali Francesco Giro, che di fronte alla richiesta di aiuto del primo cittadino al Ministero dei beni culturali, ricorda come ci dovrebbe essere un circuito di telecamere controllato dalla polizia municipale, ben più utile dei tornelli, a monitorare costantemente la situazione, da una centrale che, stranamente, non era operativa il giorno del falso allarme.
Un sistema, quindi, che andrebbe certamente migliorato e modernizzato, come ricorda Mario Resca, manager dei beni culturali, cui fa eco Alemanno che promette di inserire ulteriori sistemi di sorveglianza in occasione del restauro dell‘ Anfiteatro Flavio, finanziato con 25 milioni da Della Valle.
Misure che non serviranno a niente, ribatte Giro, se non si circonderà l’intera area antistante il Colosseo, liberandola dai commercianti abusivi e dalla folla di ambulanti che vi sosta ogni giorno, e piazzando telecamere all’interno e all’esterno.
Il Pd, intanto, per bocca del consigliere alla Provincia di Roma, Pino Battaglia, coglie l’occasione per puntare il dito contro un primo cittadino che dichiara candidamente di non conoscere i sistemi di sicurezza per il monumento simbolo della sua città.
Nello scarica barile generale, a tentare di buttare acqua sul fuoco, ci pensa solo il delegato del sindaco per la Sicurezza, Giorgio Ciardi, che afferma che le telecamere di sicurezza comunali sarebbero perfettamente funzionanti, ma la sorveglianza dell’area vera e propria dell’anfiteatro sarebbe di competenza della Sovrintendenza nazionale.
Come dire, la responsabilità tanto per cambiare non è di nessuno. Non resta che sperare che in qualche modo, qualcuno tra i tanti attori coinvolti, si adoperi un po´ meglio per mettere seriamente sotto controllo uno dei centri del turismo mondiale.
Simona Peluso