Falsi braccianti agricoli in 7 aziende fantasma, 18 indagati
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Falsi braccianti agricoli in 7 aziende fantasma, 18 indagati. Operazione Cc nel reggino, sequestrati beni per 110 mila euro
REGGIO CALABRIA, 27 MAR - Una truffa ai danni dell'Inps è stata scoperta dai carabinieri che, con il coordinamento della Procura di Reggio Calabria, diretta da Giovanni Bombardieri, hanno eseguito un'ordinanza cautelare emessa dal Gip nei confronti di 18 indagati, accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.
Il provvedimento scaturisce dalle indagini avviate nel 2019 dalla Compagnia carabinieri di Villa San Giovanni e dalla Stazione di San Roberto, con il coordinamento del procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e del pm Alessandro Moffa, che avrebbe portato alla luce un'organizzazione dedita alle truffe ai danni dell'Inps con la creazione di 7 aziende agricole "fantasma" allo scopo di far percepire a finti braccianti agricoli, dietro compenso di denaro o altre utilità, indennità previdenziali quali disoccupazione, malattia, maternità e contributi.
Determinanti si sono rilevati i sopralluoghi sui terreni dove dovevano operare le aziende agricole "fantasma" e, soprattutto, l'acquisizione di elementi informativi, con l'escussione di testimoni, persone a conoscenza anche solo di indizi in merito al metodo che permetteva al sodalizio di percepire indebitamente i contributi statali ed europei. La figura principale, secondo l'accusa, era Giuseppe Romeo, 65enne, responsabile di un ufficio Caf di Reggio ritenuto capo dell'associazione e promotore dei singoli reati alla cui realizzazione partecipava a tutte le fasi: creazione delle aziende agricole (di fatto non operative), denuncia dei falsi rapporti di lavoro, istruzione delle pratiche, inoltro di istanze per la indennità previdenziali ed assistenziali, ripartizione delle somme indebitamente percepite dai finti braccianti agricoli. Altri indagati mettevano a disposizione i propri terreni e le proprie aziende, nelle quali, sotto la regia di Romeo, assumevano fittiziamente braccianti agricoli.
A conclusione delle indagini, Romeo è stato posto agli arresti domiciliari e ad altre 17 persone è stato notificato l'obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria. Sequestrati anche beni per 110.000 euro.