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MILANO, 06 SETTEMBRE 2012- Al termine della riunione del direttivo dell'Eurotower, il presidente della Bce ha dichiarato che, nel caso si renda necessario, "Siano pronti ad attivare l'intervento dei fonfi Efsf-Esm sul mercato dei bond con una condizionalità rigida ed efficace, in linea con le linee guida previste", e procede precisando che, "Non ci saranno limiti quantitativi ex ante per l'acquisto dei bond dei Paesi in difficoltà".
Per il presidente della Bce, "Con l'avvio dell'acquisto di bond, la Bce perderà la sua peculiarità di creditore privilegiato. Il voto in Consiglio su questo tema non è stato unanime, perché c'è stato un voto in dissenso", e nel sottolinearlo, non si lascia sfuggire una nota sarcastica, "Lascio a voi indovinare di chi è il voto contrario". Draghi, poi entra nel merito del programma di acquisto di titoli di Stato sul mercato secondario della Bce specificando che, "Ci permetterà di affrontare le gravi distorsioni nel mercato dei bond governativi che hanno origine, in particolare, da timori ingiustificati da parte degli investitori sulla reversibilità dell'euro", puntualizzando che, "l'acquisto diretto di bond è previsto dall'articolo 18 dello statuto. E' "uno strumento a disposizione della politica monetaria". [MORE]
Questo implica che, "La decisione non contrasta quindi con il mandato della Bce: "Lasciatemi ripetere quello che ho detto il mese scorso. Noi agiamo strettamente nell'ambito del nostro mandato per mantenere la stabilità dei prezzi nel medio periodo, agiamo in maniera indipendente nel determinare la politica monetaria, l'euro è irreversibile", sostiene Draghi che continua, "La misura degli acquisti di bond da parte della Bce sarà tale da centrare gli obiettivi. Poiché ha molte differenze dai programmi precedenti questa volta funzionerà". Il numero uno della Bce, inotre, sottolinea che, "Le decisioni del Consiglio di oggi sull'acquisto dei bond sono state prese in totale indipendenza e non c'è stata alcuna discussione con altre istituzioni".
Poi Draghi è passato a parlare della crescita nell'Eurozona, che al momento "resta debole e lo scenario è sottoposto ad alta incertezza. La Bce rivede al ribasso le stime della crescita nell'eurozona per il 2012 e per il 2013. Le previsioni di settembre dello staff macroeconomico della Bce per l'area euro prevedono una contrazione del Pil su base annua tra lo 0,6 e lo 0,2% per il 2012, mentre per il 2013 il Prodotto interno lordo dovrebbe variare tra "un meno 0,4% e un +1,4%".
Draghi dunque prevede che la crescita economica dell'area euro resterà "debole, con le tensioni in corso sui mercati finanziari ed un'accresciuta incertezza che pesa sulla fiducia". Per quanto riguarda l'inflazione nell'eurozona, "A causa dei prezzi dell'energia e dell'aumento delle tasse indirette in alcuni Paesi dell'area euro, ci aspettiamo che i tassi di inflazione restino sopra il 2% durante il 2012, per scendere sotto quel livello di nuovo nel corso del prossimo anno". Infine, la Bce ha deciso di lasciare invariato oggi il tasso di riferimento allo 0,75%, così come non hanno subito variazioni il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale, che resta all'1,50% e quello sui depositi allo 0,00%.
(Fonte: Adnkronos)
Rosy Merola