Europee 2014, la cavalcata delle Valchirie di euroscettici e estrema destra
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BRUXELLES, 26 MAGGIO 2014 – Il primo vincitore di questa tornata elettorale è stato senz'altro l'affluenza alle urne del popolo europeo, che per la prima volta dal 1979 ha frenato l'ascesa dell'astensionismo; una voce che ha in parte confermato le previsioni della vigilia, in parte ha regalato delle sorprese, ma che comunque s'avvertivano già nell'aria da qualche tempo. Vittoria schiacciante per Tsipras in Grecia, e ottimi risultati per Renzi e la Merkel, ma ciò che attira a sé tutta l'attenzione è la cavalcata degli partiti anti-euro o anti-immigrati, protagonisti di un'ascesa senza precedenti, dalla Finlandia all'Ungheria.
Non male i partiti popolari e socialisti, ma comunque in netto calo rispetto al 2009, con i secondi che perdono anche la corsa per la presidenza della Commissione Europea. Gli euroscettici conquistano seggi specie in Polonia, con il Knp di Janusz Korwin-Mikke (4 seggi), in Austria con l'Fpoe, che raddoppia i propri seggi da 2 a 4, e in Olanda con il Pvv, anche qui 4 seggi. Guadagnano terreno anche i partiti di estrema destra, specie in Ungheria (3 seggi al Jobbik), Finlandia e Danimarca, mentre un risultato un po' più scontato – se si guarda alle ultime amministrative – giunge dal Front National di Marine Le Pen, impostosi come il partito più votato in Francia.
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Risultato che spinge Le Pen a chiedere al presidente Francois Hollande lo scioglimento dell'Assemblea Nazionale e le dimissioni del premier francese Manuel Valls. Subito dopo la vittoria, Le Pen ha fatto un appello a tutte le forze euroscettiche, nella necessità di unirsi per fortificare il fronte: «l'Europa deve restituire quello che ha rubato, con la debolezza, la viltà e il tradimento delle élite europee. Deve restituire al popolo la sua sovranità e dobbiamo costruire un'altra Europa: l'Europa delle nazioni libere e sovrane, l'Europa delle cooperazioni liberamente scelte». L'appello all'unione degli euroscettici è rivolto anche alla Lega Nord e al M5S.
Anche in Gran Bretagna, stessa situazione: l'Ukip di Nigel Farage è saldamente il primo partito, con il 31,9% dei voti, contro il 24,2% dei tories del primo ministro David Cameron. Il leader Farage ha espresso molta simpatia per il partito di Beppe Grillo, lasciando intendere la volontà di formare un'alleanza. «Mai prima d'ora nella storia della politica britannica è stato in testa un partito 'ribelle' in un'elezione nazionale», ha dichiarato Farage, «non voglio solo che la Gran Bretagna lasci l'Unione europea, voglio che l'Europa lasci l'Unione europea».
La sorpresa più grossa arriva senza dubbio dalla Germania, dove nonostante tiene il partito della Merkel – anche se in leggero calo – si è assistito al raggiungimento del 7% da parte del partito “Alternative fur Deutschland”, che arrivava da un 4,7% dalle scorse elezioni. Il partito è nato appena un anno fa, intorno all'idea di un'Unione europea da riformare a partire dalla moneta unica. «E' primavera in Germania», ha dichiarato il leader e fondatore del partito, Bernd Lucke, «alcuni fiori appassiscono, altri sbocciano». A festeggiare in Germania c'è anche l'Npd, il partito nazionalista tedesco, che con un solo 1% riesce a guadagnare l'elezione di un suo parlamentare.
Foto: internazionale.it
Dino Buonaiuto