Europa tentata dal nazionalismo. Italia eccezione "grazie" a Grillo
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MESSINA, 21 NOVEMBRE 2013 - L'Europa sprofonda nella crisi economica e la disperazione dei suoi cittadini appare sempre più tangibile e incontrollabile. La storia insegna: come avvenne dopo la tremenda crisi del '29 (quando i partiti nazionalisti conquistarono l'elettorato), anche oggi alle soglie del 2014 gli Europei sembrano alla ricerca di risposte diverse da quelle prodotte fino a questo momento dalle tradizionali formazioni politiche.[MORE]
Il Vecchio continente potrebbe essere vicino ad una svolta nazionalista. Recenti sondaggi mostrano come il Front National in Francia e Alba Dorata in Grecia siano divenuti potenzialmente i primi partiti. Inoltre, anche in altri Paesi europei, il trend d'estrema destra appare sempre più marcato. In questo contesto politico l'Italia si colloca quasi come un'anomalia del sistema: dopo la smaterializzazione del Movimento Sociale nessun'altra forza politica è mai riuscita a canalizzare una certa eredità storicamente demonizzata.
Il resto l’ha fatto Beppe Grillo, riuscendo a catturare attraverso il suo carisma quella porzione di elettorato che ritiene fallito l'attuale sistema politico italiano. Senza il Movimento 5 Stelle avremmo assistito, anche in Italia, a un possibile rafforzamento di talune forze definite "nostalgiche". Da questo punto di vista lo zoccolo duro della casta politica dovrebbe essere grato al comico genovese: quantomeno il sentimento di protesta è stato parlamentarizzato e reso inoffensivo, per il momento.
Tuttavia il popolo italiano appare sempre meno propenso nel tollerare l'incapacità dei nostri politici nel rinnovare il sistema-Italia: partendo dalla legge elettorale continuando con l'abolizione dei finanziamenti pubblici ai partiti, proseguendo con l'abolizione dei privilegi riconducibili alla casta. Io mi domando per quanto tempo ancora gli Italiani crederanno alla favola che siano i politici stessi a sfornare provvedimenti autolesionisti. Sarebbe come chiedere ai dirigenti di un'azienda di ridursi lo stipendio per salvaguardare gli operai; pura utopia.
Il nostro Paese ha bisogno di un vero scossone, bisogna voltare pagina radicalmente, prima di essere definitivamente inghiottiti dalla crisi economica. Occorre smantellare dalle fondamenta l'intero sistema politico. Serve uno strappo al sistema, ma non potranno essere gli attuali politici a effettuare la transizione. Solo snellendo tutti gli iter legislativi e accentrando i poteri verso un individuo estraneo alle logiche del potere politico, sarà possibile provare a ristrutturare la nostra nazione. Una svolta autoritaria che duri giusto il tempo di riorganizzare il Paese.
Ovviamente taluni obbietteranno che significherebbe tornare ai tempi del fascismo, riproporre una sorta di Mussolini, con tutti i rischi connessi. Tuttavia non credo esistano margini per una scelta diversa: l'attuale situazione di stallo economica e legislativa del nostro Paese, non lascia molti margini di scelta. Tra l'altro i tempi stringono e ogni mese trascorso segna drammaticamente un bollettino quasi di guerra, nella computa delle imprese che falliscono e dei lavoratori rimasti disoccupati. Probabilmente l'italiano-medio non ancora sazio oppure esiste ancora un residuo di fiducia nella partitocrazia, fin quando il totale smantellamento dello stato sociale lo desterà dal lungo sonno.
Fabrizio Vinci