Eumenidi, da brividi la prima del Teatro di Calabria
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Catanzaro, 13 Luglio - Ieri sera, all'Auditorium Casalinuovo di Catanzaro è andata in scena 'Eumenidi', la terza tragedia della trilogia di Eschilo 'Orestea'. A rappresentarla il Teatro di Calabria che già la settimana scorsa aveva messo in scena le prime due tragedie, Agamennone e Coefore, per la rassegna Graecalis 2018, V Ciclo di Rappresentazioni Classiche.
Il senso profondo dell'Orestea è far capire come l'obbedienza alla legge arcaica porta al male e alla distruzione della società e invece il passaggio verso la polis porta al bene. Le prime due tragedie rappresentate hanno ampiamente dimostrato come la legge tribale, basata sul principio della vendetta personale, provochi una serie ininterrotta di delitti che porta alla distruzione sociale. Eumenidi , invece, dimostra come una legge che non si basa più sul sopruso, sull'ingiustizia, ma si basa su determinati diritti porta al bene.
Nemmeno il tempo di spegnere le luci e l'impatto emozionale mette i brividi. Oreste, uno strabiliante Salvatore Venuto, scappa dalla casa della mamma dopo averla uccisa. Prima di raggiungere il tempio di Apollo in cerca di aiuto, attraversa in estasi tutta la platea, consentendo così ad ogni singolo spettatore di vivere tutto il suo dramma. La sua sofferenza, il suo terrore, paralizzano, tolgono il fiato. Brividi che non vogliono proprio andar via, il flusso emozionale è continuo, entrano le Erinni, le straordinarie Marta Parise, Anna Maria Corea, Clizia Argirò con Bunty Andrea Giudice, che inseguono Oreste, ed ogni spettatore viene investito da tutta la loro rabbia, dal terribile desiderio di vendetta. Lo raggiungono nel tempio di Apollo e si addormentano intorno a lui, prostrato con la spada sporca di sangue in mano. Gli compare Apollo, il sempre bravo Paolo Formoso, che gli promette tutta la sua protezione e lo invia al tempio di Atena in Atene. Apollo sparisce e arriva il fantasma di Clitemnestra, l'eccezionale Alessandra Macchioni, infuriato con le Erinni perché hanno lasciato scappare suo figlio Oreste. Giunge Apollo e dopo una lunga discussione le caccia via dal tempio. Oreste, dopo una fuga incessante, arriva al tempio di Atena e si prostra davanti al simulacro della Dea per invocarne l'aiuto. Giungono le Erinni, alle quali si è aggiunta Alessandra Macchioni che ha rivestito un doppio ruolo. I brividi tornano forti, Oreste sempre più atterrito viene circondato dalle dee infernali che intonano un tremendo canto di follia e morte. E' a questo punto che interviene la regale ed imponente Atena, la formidabile Mariarita Albanese, ad interrompere la macabra danza. Propone di essere lei a giudicare il caso ma soltanto dopo averlo sottoposto ad una giuria di saggi ateniesi. Ha inizio, così, il primo processo della storia. Le Erinni, l'accusa, chiedono che venga condannato il matricidio ma Apollo, la difesa, si oppone sostenendo che solo il padre può definirsi genitore in quanto, quando si genera un figlio, è lui a dare il germe, mentre la madre si limita solo ad accoglierlo nel grembo e nutrirlo. D'altronde, sostiene Apollo, proprio Atena è la prova che si può essere generati dal padre soltanto senza madre. Si esprime il tribunale dei saggi, rappresentati dagli spettatori in prima fila, ai quali sono state distribuite delle pietre bianche o nere. I voti sono pari, la decisione finale spetta ad Atena che assolve Oreste. Le Erinni reagiscono con rabbia e Mariarita Albanese fa un'interpretazione straordinaria di Atena che, con la sua saggezza, le convince a trasformarsi in Eumenidi, divinità benefiche della Giustizia e non più dee infernali della Vendetta.
I tanti e calorosi applausi hanno decretato un grande successo frutto del lavoro di una squadra che ha ormai raggiunto livelli molto elevati. Un grande professore, Luigi La Rosa, per la riduzione dei testi, un altro grande professore, Aldo Conforto, alla regia, recitazione ed alla produzione dei pregevoli costumi, incantevole il costume di Atena indossato da Mariarita Albanese.
Menzione speciale al Service Audio/Luci di Idea Giovane i giochi di luce e le musiche hanno contribuito alle forti emozioni. Grande lavoro anche di Dalila Imperiale per il trucco. Ricordiamo Elena Bitonte per il Progetto grafico. [MORE]
In una serata speciale, indimenticabile, un solo neo, il mancato sold out. La città dovrebbe interrogarsi sul perché, per un'opera di così alto valore, realizzata con scarse risorse da giovani artisti locali, non si sia riempito l'Auditorium in ogni ordine di posto. Accorrete numerosi alle repliche.
Saverio Fontana