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ROMA, 28 FEBBRAIO 2013 - I dubbi sorti ai direttori dei due noti istituti di credito ove la famiglia Sordi detiene più conti, non erano fasulli o comunque poggiavano su fondamenta, poiché andando a fondo nelle indagini gli inquirenti dopo aver ascoltato la sorella del defunto attore Alberto Sordi, si è scoperto un testamento del 2011 scritto dalla legittima erede, ove sono espresse le sue ultime volontà post mortem, vale a dire trasferire l’immenso patrimonio alla “Fondazione Museo Sordi”.
A questo punto si fa sempre più strada l’idea di circonvenzione da parte di incapaci, proprio nei confronti della sorella di Albertone, dato che a metà gennaio quest’ultima pare avesse firmato una procura, sottoscritta poi da un notaio per concedere ad Arturo Artadi, lo storico autista, di disporre dei vari conti bancari. [MORE]
Eugenio Albamonte, pm che si occupa del caso, proprio ieri ha ascoltato Antonino Chini, amico storico della famiglia, legato con affetto alla stessa donna. Infatti pare che insieme ad Artadi, fosse in co-delega e disponesse di un conto per le spese dell’anziana signora. Ma come spiega lui stesso al magistrato: «da un anno ero stato allontanato da Aurelia», e quindi di conseguenza estromesso poi dalla procura generale.
Il pm sta cercando ora di ricostruire il quadro della reale situazione, con l’ausilio anche del neurologo Lanzi, che proprio nell’anno 2011 visitò la novantacinquenne. La perizia psichiatrica giungerà sul tavolo del magistrato entro venerdì, e così Eugenio Albamonte, sarà in grado di capire se Aurelia Sordi al momento della firma per la procura fosse capace di intendere e di volere o vi è stato un raggiro, poi smascherato.
(fonte: www.lettera43.it)
Rosalba Capasso