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- Catanzaro, 14 nov. - Avvio di un tavolo regionale sugli enti locali che affronti "i numerosi ed irrisolti nodi normativi e di organizzazione che attanagliano il sistema istituzionale calabrese e sulla quale la Regione ha competenza diretta". E' quanto chiede Mario Maiolo, presidente della Legautonomie calabrese. "Obiettivo della legislazione - spiega - dovrebbe essere quella di dare ordine, certezze, ridurre la confusione e aprire spazi per un'azione efficace. Difficile trovare uno solo di questi elementi nella manovra di Agosto ed in particolare sull'art. 16 che riguarda le Unioni dei Comuni. Abbiamo preteso ed ottenuto che il Presidente della Regione impugnasse davanti alla Consulta tale norma per le numerose violazioni di costituzionalita' presenti e su questa linea si e' mossa anche l'Anci.[MORE]Abbiamo contestualmente approvato in Consiglio regionale - sottolinea - la legge sui nuovi limiti demografici non tanto perche' siamo convinti della bonta' di questa norma regionale - che tra l'altro, non abrogando e non modificando la legge regionale 15/06 sulla promozione dell'esercizio associato di funzioni e servizi ai Comuni, crea ulteriore confusione - ma perche' davanti ad una macchina che appare impazzita, non possiamo permetterci di lasciare gli enti locali in bali'a di se stessi. Per comprendere l'abnormita' del provvedimento statale - prosegue - basti pensare che con l'articolo 16 il legislatore si e' spinto sino al punto di sottrarre all'ente comune la titolarita' delle funzioni e dei servizi, creando classi di comuni con caratteristiche istituzionali diverse, facendogli perdere anche tutte le risorse umane e i beni strumentali al loro esercizio, e dunque anche il loro patrimonio.
Cosi' come prevista, l'unione diventerebbe un ente la cui istituzione determina il venir meno per i comuni che ne sono membri di alcuni elementi essenziali propri di un ente territoriale. Cio' che inoltre contestiamo in maniera convinta e' che tale norma possa imporre forme associate di esercizio anche delle funzioni proprie dei comuni, e comunque di quelle ad essi assegnate da leggi regionali cosi' com'e' avvenuto in Calabria. Per le prima - sottolinea - deve valere l'autonomia organizzativa degli enti, che certamente si estende anche alla possibilita' di una decisione autonoma di gestione in forma associata; per le seconde - conclude - spetta al legislatore regionale, sulla base di quanto previsto dall'art. 118 Cost. in termini di differenziazione e adeguatezza, prevedere forme di associazione come condizione per l'attribuzione delle funzioni stesse".