Energia dal mare. Gli scienziati al lavoro alla ricerca dei siti migliori
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Energia dal mare. Gli scienziati al lavoro alla ricerca dei siti migliori

giovedì 16 giugno, 2011

 ROMA- Non solo vento e sole, ma anche onde, maree e correnti. Due giorni di convegno a Roma per fare il punto sulle potenzialità e sulle possibilità di sfruttamento di maree e onde e correnti marine. Ironia della sorte, il convegno si è tenuto nella capitale pochi giorni dopo il referendum che ha confermato in maniera ancor più decisa il rifiuto dell’energia nucleare. A onor di cronaca, la data era stata scelta in tempi non sospetti. [MORE]

A convocare il congresso dal titolo "Prospettive di sviluppo dell'energia dal mare per la produzione elettrica in Italia" è stata l'Enea (Ente Nazionale per le Energie Alternative) che sta mappando le acque e i fondali del Mediterraneo alla ricerca di zone idonee alla produzione di energia, grazie a un finanziamento di 500 mila euro ottenuto dal ministero dello Sviluppo economico.


Lo sfruttamento delle correnti marine, rispetto a eolico, fotovoltaico e biomasse, è molto più recente e avviene solo grazie a pochi prototipi installati in via sperimentale, ma i risultati sono favorevoli. Lo confermano le indagini della Douglas- Westwood, secondo la quale tra il 2011 e il 2015 saranno installati impianti capaci di ricavare dal moto ondoso delle maree qualcosa come 150 MW di energia elettrica. Proprio per questo L’Enea ha voluto organizzare questo incontro, in modo che si mettessero a confronto i responsabili della rete elettrica nazionale (Terna) e del Gestore dei servizi energetici (Gse).


In Italia questa tecnologia sta muovendo solamente adesso i primi passi, sebbene ci siano stati esperimenti già negli Anni ’70 per lo sfruttamento delle correnti marine. Il progetto Enermar è il primo prototipo di una turbina marina ad asse verticale denominata Kobold 1, installata nello Stretto di Messina. Altro progetto riguarda la costruzione di una diga a cassoni denominata Rewec3 (Reasonant Wave Energy Converter) per lo sfruttamento dell'energia ondosa.

l’Italia ha tutti gli ingredienti affinché la ricetta riesca bene, in primis esperienza, tecnologia e chilometri di coste. E lo sfruttamento delle correnti marine al momento sembra l’unico sistema a non avere controindicazioni, sulle quali gli ambientalisti tout court muovono battaglie da anni. Si è ricorsi dunque al mare come ultima spiaggia, perdonate il gioco di parole, ma ormai si sa che nella penisola il nucleare non è mai realmente partito e adesso si sa che non ripartirà mai più. Da ciò nasce la necessità di cercare l’energia ovunque.


L’esperimento dell’energia dal mare è stato già fatto in altre nazioni come i Paesi Bassi, che da sempre lottano con il mare per strappargli la terra. Hanno poi iniziato a lottare per strappargli la forza e l’energia, cosa che già facevano e fanno on i mulini a vento, che sono in realtà pompe idrovore usate per prosciugare i terreni invasi dal mare. Nel paese dei tulipani furono installate nel fondo del mare alcune turbine, simili in tutto e per tutto a giganteschi aquiloni sottomarini che, azionati dal moto delle onde e dal flusso delle maree, innescavano il movimento del generatore che produceva energia elettrica. Se si pensa che l?olanda è grande meno della nostra Lombardia,con conseguente numero limitato di chilometri di coste, si può immaginare il potenziale italiano presente in riva al mare e sotto.


L’esperimento potrebbe porre fine anche alle trivellazioni alla spasmodica ricerca di petrolio in mare e ovunque si pensi possano esserci giacimenti. Inoltre questi impianti marini sono poco invasivi per il mare e le persone.

Giovanni Dimita


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