Energia, Bruxelles contro Putin su South Stream: «la Gazprom si conformi alle leggi europee»
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MOSCA, 3 DICEMBRE 2014 – Cala il gelo sull'Europa, dopo che il presidente russo Vladimir Putin ha deciso di voler abbandonare il progetto South Stream, il gasdotto che avrebbe dovuto rafforzare l'approvvigionamento energetico europeo: «se l'Europa non vuole che vada avanti, allora non andrà avanti», ha riferito Putin da Ankara, sottolineando gli intralci posti dalla Commissione Europea. Tuona invece quasi minacciosa la dichiarazione giunta dal Ministero degli Esteri russo: «quelli che hanno seppellito questo progetto farebbero bene a calcolare le conseguenze», evidenziando i pericoli per l'approvvigionamento europeo.
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La posizione europea
Dal canto suo, l'Unione Europea punta il dito contro Gazprom, ritenendo che l'azienda russa, dovendo interagire sul territorio europeo, non si è propriamente conformata alla legislazione europea: «tutto quanto avviene nel territorio della Ue ed il comportamento dei suoi partner devono rispettare le regole della Ue», ha spiegato l'Alto Rappresentante per la Politica Estera, Federica Mogherini. Prende la parola anche il premier Matteo Renzi: «South Stream era fortemente contrastato e condizionato dalla procedura di infrazione dell'Ue; era un progetto che non consideriamo fondamentale per l'Italia. Fermarlo non costituisce un elemento di preoccupazione immediata».
Il progetto South Stream
Il gasdotto South Stream è un progetto partito nel 2007, pensato per l'approvvigionamento di energia dalla Russia all'Europa, attraverso due tronconi, uno verso l'Austria e l'altro verso i Balcani – e l'Italia. Partner della Gazprom erano l'Eni, la Edf (francese) e la Winterhsall (tedesca). Le complicazioni sono giunte a seguito del conflitto in Ucraina, che ha principalmente rafforzato le perplessità dei partner sull'affidabilità della Russia in qualità di fornitore. Da Bruxelles si sono piuttosto levati dubbi sugli accordi bilaterali per il passaggio del gasdotto e sulla concorrenza del mercato interno, in quanto Gazprom risulta essere sia proprietario della rete sia fornitore di gas.
In molti cominciano a sposare la tesi di un doppio gioco da parte di Putin: si è levata voce che in realtà, con i prezzi del petrolio e del gas in calo, alla Russia non conveniva più investire nel progetto South Stream; altri analisti ipotizzano che il gioco di Putin sia mirato ad ingentilire i rapporti con la Bulgaria, porta d'ingresso del gasdotto in Europa e tra i principali beneficiari del progetto. La questione South Stream sarà affrontata nei prossimi giorni in una riunione degli Stati Membri.
Foto: nuovasocieta.it
Dino Buonaiuto