Enel, Tesoro cede il 5,7% della quota e incassa 2,2 miliardi

giovedì 26 febbraio, 2015

ROMA, 26 FEBBRAIO 2013 - La partecipazione del Tesoro in Enel è scesa così dal 31,24% al 25,50%, infatti si è concluso stamane l’accordo, avviato ieri sera, tramite il quale il ministro dell’Economia ha deciso di cedere il 5,74% del capitale della società, ricavandone un importo di circa 2,2 miliardi di euro. Il governo quindi continua ad utilizzare la strategia della vendita dei ‘gioielli di famiglia’ per cercare di ridurre il debito pubblico.

La quota di controllo da parte del Tesoro, è scesa così sotto il 30%, la soglia oltre la quale è obbligatorio lanciare una offerta pubblica di acquisto, rendendo così la società più contendibile sul mercato. Per condurre l’operazione si è fatto ricorso a un Accelerated Book Building (ABB) riservato a investitori qualificati in Italia e investitori istituzionali esteri, condotto da un pool di quattro banche, BofA Merrill Lynch, Goldman Sachs International, Mediobanca – Banca di Credito Finanziario S.p.A. e UniCredit Corporate & Investment Banking. Le banche ai maggiori investitori statunitensi ed europei propongono un range di prezzo di vendita non inferiore a 4 euro, perché questa è la soglia minima fissata dal ministero dell’Economia.[MORE]

Il prossimo passo del governo verosimilmente riguarderà Poste e Ferrovie. Pochi giorni fa il Tesoro ha infatti confermato l'intenzione di aprire il capitale delle due società entro il 2015, "purché le condizioni dei mercati - ha precisato il ministro Pier Carlo Padoan - consentano di realizzare valore adeguati". Questa settimana è prevista una riunione al Mef per discutere in particolare sul dossier Poste. Per le Ferrovie, sta invece lavorando la task force formata dai Ministeri dell'economia e delle infrastrutture, ma il termire ultimo in questo caso è fissato per il 2016.

(foto dal sito www.termometropolitico.it)

Michela Franzone

Argomenti:

Enel,