Emilia-Romagna, nuove Province: ipotesi di voto il 28 settembre
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Emilia-Romagna, nuove Province: ipotesi di voto il 28 settembre

sabato 5 luglio, 2014

BOLOGNA, 5 LUGLIO 2014 - Dovrebbero svolgersi il 28 settembre le elezioni per i nuovi Presidenti delle Provincie, questo secondo la circolare inviata in questi giorni dal ministero dell'interno ai prefetti. La data, ancora da confermare, vedrà le elezioni non solo dei presidenti delle province, ma anche dei consigli provinciali e del consiglio della città metropolitana. In Emilia Romagna si vota per il consiglio della città metropolitana di Bologna (dove Merola ne è presidente di diritto, in quanto sindaco del capoluogo), e per il consiglio provinciale delle città di Modena, Parma, Reggio Emilia, Piacenza, Ferrara, Rimini, Forlì-Cesena. Non si vota a Ravenna, in quanto l'amministrazione provinciale resterà in auge fino al 2016. [MORE]

A votare sono chiamati i sindaci e i consiglieri comunali di tutti i Comuni. Potranno essere eletti presidenti i sindaci dei Comuni il cui mandato non scade nei prossimi 18 mesi, mentre del consiglio comunale possono far parte i consiglieri comunali di singoli Comuni. Potranno essere eletti, ma non potranno votare, anche i consiglieri provinciali e i presidenti della provincia uscenti, perciò il primo presidente della Provincia potrebbe non essere un sindaco ma il presidente uscente o un consigliere provinciale.

Le candidature dovranno essere presentate venti giorni prima delle elezioni, quindi l'8 settembre, 'se sarà accettata la data suggerita del 28 settembre. I candidati per il consiglio provinciale si presenteranno con le liste dei partiti e delle coalizioni a cui appartengono. Gli elettori daranno un voto di preferenza ponderato, che determinerà coloro che faranno parte del consiglio provinciale (un organo di 10 – 12 membri a seconda della popolazione, 18 nel caso di Bologna), il quale avrà al suo interno rappresentanti delle forze politiche che eleggeranno i consiglieri.

Il numero dei consiglieri verrà definito attraverso il metodo d'Hondt, lo stesso che regola le elezioni dei consigli comunali, che ha tra le caratteristiche quella di premiare i partiti maggiori. E quindi possibile che le forze politiche alleate negli enti locali presentino liste di coalizione per massimizzare il risultato e, di conseguenza, i posti in consiglio. Le liste dei consiglieri dovranno essere sottoscritte dal 5% degli aventi diritto al voto, ma le forze politiche meno rappresentate in consiglio potrebbero avere delle difficoltà: per esempio, per la città metropolitana di Bologna, servirà la firma di 42 consiglieri comunali per presentare una lista.

(fonte: ansa.it)

Stefania Putzu


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