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Ormai è chiaro, siamo di fronte ad un serial killer.
E’ ciò che emerge dalla conferenza stampa tenuta a Salerno il 27 maggio scorso dal procuratore generale Lucio Di Pietro.
In un’affollata sala della Procura di Salerno, insieme al pm Rosa Volpe che segue il caso da 11 anni e il procuratore antimafia Luigi D’Alessio, finalmente sono stati resi pubblici gli elementi che hanno portato alla richiesta di arresto di Danilo Restivo, 38 anni, unico indagato per ora dell’omicidio e occultamento del cadavere di Elisa Claps. Il procuratore afferma che Restivo uccise Elisa con 13 coltellate al torace dopo aver tentato un approccio sessuale, tagliò una ciocca di capelli e poi occultò il cadavere con i materiali che aveva trovato nel sotto tetto della chiesa della S.S. Trinità di Potenza, dove, dopo 17 anni, venne rinvenuto il corpo.[MORE]
Restivo era già detenuto in Inghilterra per altri due omicidi simili: quello di Heather Barnett, sua vicina di casa, barbaramente uccisa a colpi di forbice, e quello della studentessa coreana Oki.
Le analogie tra i delitti sono date dalle modalità dell’omicidio, l’arma da taglio utilizzata, e soprattutto il taglio di una ciocca di capelli delle vittime, come una sorta di trofeo.
Questi elementi sono stati riscontrati sia per Elisa, sia per la Barnett che per Oki, tanto da far supporre di trovarsi di fronte ad un serial killer.
Sembra che ormai siamo ad una svolta dopo quasi un ventennio, ma la scoperta dell’assassino non fa terminare le indagini, infatti il fratello di Elisa, Gildo Claps, ha affermato che ora dovranno “essere giudicati tutti coloro che hanno coperto e depistato le indagini, partendo da quel 17 marzo, in cui il ritrovamento del corpo pare essere stato una messa in scena”.