Estero
Elezioni in Egitto, Al-Sisi verso la riconferma
CAIRO, 26 MARZO – Nella mattinata di oggi sono stati aperti i seggi elettorali in Egitto, dove 60 milioni di elettori sono chiamati a esprimere la propria preferenza per il futuro presidente. La tornata elettorale durerà fino a mercoledì 28, quando verranno chiusi i seggi per il conteggio dei voti. I risultati saranno disponibili il 2 aprile e allora si deciderà se procedere al ballottaggio, nel caso in cui uno dei candidati non raggiunga il 51% delle preferenze. [MORE]
Tuttavia il risultato di queste elezioni sembra essere chiaro ancora prima dello spoglio: il candidato favorito è l’uscente Abdel Fattāḥ Al-Sisi. Il presidente in carica e candidato in passato ha ricoperto diverse cariche militari ed è il responsabile del colpo di Stato militare ai danni del presidente Morsi, avvenuto nel 2013. Secondo diversi osservatori per i diritti umani, la situazione egiziana è peggiorata profondamente da quando Al-Sisi è al potere. Human Rights Watch ha denunciato numerosi casi di tortura e di violazione dei diritti umani perpetrati dall’Agenzia nazionale dei servizi egiziani, mentre secondo alcune stime sarebbero sessantamila i detenuti politici. Inoltre, nel 2017 l’Egitto si è classificato 161° nella Classifica mondiale per la libertà di stampa. Zeid Ra’ad al-Hussein, capo dell’agenzia Onu per i diritti umani, ha affermato che queste elezioni si stanno svolgendo in un “diffuso clima di intimidazione”.
Non è una sorpresa che le elezioni poggino su basi poco democratiche. L’unico avversario di Al-Sisi, Mousa Moustafa Mousa, in passato ha sostento la leadership di Al-Sisi. Gli altri potenziali candidati, invece, si sono ritirati o sono finiti in carcere: l’unico politico di opposizione, Aboul Fotouh, è stato condannato a quindici giorni di carcere a causa di un’intervista rilasciata ad Al Jazeera nella quale esprimeva un’accusa sulle presidenziali considerata “attacco alla nazione”; un altro potenziale avversario politico, il generale Sami Anan, è in prigione da gennaio con l’accusa di avere utilizzato documenti falsi per la campagna elettorale; l’avvocato Khaled Ali ha annunciato il proprio ritiro dalla corsa elettorale; anche l’ex presidente Ahmed Shafiq, di rientro dall’esilio negli Emirati Arabi, ha annunciato il proprio ritiro senza fornire alcuna motivazione.
L’unica arma a disposizione di chi contesta la validità di queste elezioni è dunque l’astensione. Durante le scorse elezioni, solo il 47% della popolazione era andata a votare. Tuttavia, la legge elettorale è dalla parte del candidato: se anche si fosse presentato come unico candidato, sarebbe bastato appena il 5% delle preferenze per riconfermarlo come premier. Si attendono dunque i risultati elettorali per esprimere un giudizio in merito alla situazione politica dell’Egitto.
[Foto: Middle East Monitor ]
Velia Alvich