Estero
Elezioni francesi, l'appuntamento che preoccupa l'Europa
PARIGI, 22 APRILE - Le elezioni presidenziali francesi di domani sono un pericolo per l’Europa. E’ una dichiarazione che deve farsi largo senza mezzi termini, considerato il surriscaldato clima della politica dei ‘cugini’ ed i possibili inediti scenari. Perché se la politica tradizionale arranca, tenendo alta la guardia con due figure centriste come quelle di Fillon e Macron, non può essere ignorata la grande forza di quella che da più parti verrebbe definita come anti-politica o prodotto anti-establishment, da Marine Le Pen sino a Jean Luc Melenchon.[MORE]
A ben guardare, è possibile notare configurazioni politiche dalla elevata similarità con il nostro Paese. Con evoluzioni per certi versi ben più drammatiche. Nell’incertezza generale, coadiuvata dal forse eccessivo aspetto numerico della contesa (11 candidati), regna una constatazione particolarmente amara per gli amanti della politica tradizionalista: la sparizione dei socialisti, con un candidato (Hamon) totalmente fuori dai giochi e di fatto irrilevante all’interno della partita.
Il voto di domani non scioglierà tuttavia tutte le riserve sul futuro francese ma sicuramente dirà qualcosa in più. Da questa tornata infatti emergeranno i due candidati pronti a sfidarsi al ballottaggio nelle due settimane successive. Cosa succederebbe se i due candidati fossero Le Pen e Melenchon? L’estrema destra contro l’estrema sinistra, la sconfitta del centrismo, la cancellazione dei partiti tradizionali, in particolare quello socialista, defunto dalla discutibile gestione a guida Hollande. La debolezza di un candidato improbabile come Hamon, dopo il rifiuto della ricandidatura del presidente francese, ha fatto tutto il resto.
A guardare i vari bacini elettorali, è evidente come Macron goda di un vantaggio rispetto agli altri candidati anche grazie ai voti rosicchiati dal defunto socialismo francese. Attraverso un nuovo movimento, quello di En Marche!, molto ben visto dai cittadini, a guardare i sondaggi. Dicono poi che Macron sia il nuovo Renzi, e che entrambi traggano dalla loro politica ispirazione reciproca. Ne è un emblema anche il programma culturale del leader francese, che rispolvera il bonus renziano ai diciottenni. Data l'evoluzione del renzismo, a Macron non resta davvero che fare i più sentiti auguri in vista del futuro, ironicamente parlando.
I sondaggi hanno però amaramente fallito negli appuntamenti cruciali, dall’elezione di Donald Trump al rovesciamento notturno dal Remain al Leave in casa Gran Bretagna. E allora, cosa succederebbe se nemmeno uno tra Fillon (in recupero dopo gli ‘scandali’ giudiziari) e Macron dovesse arrivare al ballottaggio?
Se davvero fosse così, il futuro della Francia in Ue potrebbe essere molto breve, con la conseguenza di spaccare definitivamente l’Europa stessa. Con un assetto comunitario di fatto già a trazione tedesca, l’addio della terza economia europea dopo la seconda (Gran Bretagna, ndr), travolgerebbe equilibri già precari, dato che il divario tra Germania e i restanti 25 Paesi, potrebbe voler dire addio al progetto comunitario salvo eventuali rifondazioni.
Secondo il giornalista Gwynne Dyer «le trasformazioni e le combinazioni sono incredibilmente complesse». I sondaggisti francesi hanno provato a sintetizzare i possibili scenari del ballottaggio, cercando di capire chi prevarrebbe nel secondo turno. Questo quadro ipotizza che «Macron vincerebbe al ballottaggio con qualsiasi sfidante, mentre Le Pen perderebbe con chiunque. Melenchon sconfiggerebbe chiunque tranne Macron, e Fillon perderebbe con tutti tranne con Le Pen».
Bastano da sé tali cinque righe per sintetizzare il (rischio di un) caos elettorale francese. Certo, il doppio turno prevede un sicuro vincitore e questo grazie al sistema elettorale in campo. Ma l’impressione è che una clamorosa bocciatura di Macron al primo turno possa avvicinare alla presidenza i due candidati ‘estremisti’ della contesa. Sarà la paura a vincere, considerati i recenti attacchi ed una Francia devastata dall’insidia terroristica? Vincerà la necessità della sicurezza o l'amore per le libertà? Le Pen sta provando a calcare il primo dei due copioni, ma i sondaggi non sembrano darle ragione. Già, i sondaggi. Quelli che avevano previsto una America a presidenza Clinton ed una Gran Bretagna a trazione europea.
foto da: youtrend.it
Cosimo Cataleta