Elena Ceste: l'accusa chiede 30 anni di carcere per il marito
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ASTI, 24 SETTEMBRE 2015 - La condanna a trent'anni di carcere di Michele Buoninconti: è questa la richiesta del pm Laura Deodato al processo con il rito abbreviato nei confronti del vigile del fuoco, accusato dell'omicidio e dell'occultamento del cadavere della moglie, Elena Ceste.
La casalinga di Costigliole d'Asti, scomparve dalla casa dove viveva con il marito e i quattro figli nel gennaio 2014 e il cui corpo fu ritrovato solo 9 mesi dopo in un canale di scolo poco distante da casa. Secondo il pubblico ministero le indagini condotte in modo "ineccepibile" conducono all'unica conclusione possibile: la colpevolezza di Buoninconti e per questo ha chiesto il massimo della pena previsto con il rito abbreviato, che si svolge a porte chiuse. [MORE]
Il magistrato ha ricostruito i mesi precedenti alla scomparsa della casalinga di Costigliole d'Asti fino ad arrivare alla mattina in cui secondo l'accusa si è consumato il delitto, il 24 gennaio 2014, lo stesso della scomparsa. Non un delitto d'impeto, ma premeditato, punto su cui il pm Deodato si è soffermata molto nel corso delle quattro ore di requisitoria. Così come ha parlato dell'ipercontrollo che Buoninconti avrebbe voluto esercitare sulla moglie. L'uomo è rimasto impassibile al momento della richiesta di condanna.
Dopo una breve pausa l'udienza è ripresa con l'intervento degli avvocati di parte civile, Deborah Abate Zaro e Carlo Tabbia, che chiederanno un risarcimento per la famiglia Ceste, due milioni di euro.
Tiziano Rugi