Ecco la Calabria (Davoli) Arcane Tradizioni Religiose
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La Calabria, è stata a lungo caratterizzata da situazioni di estrema povertà, per mancanza di risorse e una gestione non ottimale delle stesse. Lo hanno evidenziato molti meridionalisti, mettendo in luce le disparità economiche e sociali e i divari tra il sud e il resto del paese. È importante sottolineare che la ricchezza della Calabria non risiede solo nelle risorse materiali, ma anche nelle sue profonde radici culturali, nelle tradizioni secolari e nelle bellezze naturali uniche. In questo contesto, la valorizzazione delle tradizioni calabresi, come il rito della Naca a Davoli, potrebbe rappresentare un'opportunità per contrastare la povertà e promuovere lo sviluppo della Regione. Nelle molteplici culture, influenze e tradizioni in Davoli nel 1600 nasce il rito della Naca che viene celebrato ogni venerdì santo. Ma cos’ha di particolare? O meglio dovremmo dire di unico rispetto alle altre processioni che si svolgono nel medesimo giorno?
È una processione unica nel suo genere, per patos religioso e bellezza folcloristica. Imponenti abeti tagliati ad altezze differenti vengono addobbati di lampioni di carta colorata, illuminati da una moltitudine di candele, e portati per tutto il paese creando un fiume di lava in movimento. In tale giorno o meglio dovremmo dire notte è fatto divieto di suonare le campane o strumenti analoghi e durante la processione oltre alla tradizionale banda musicale vengono fatti vibrare strumenti denominati “carici” o “tocca” che all’unisono creano un suono rombante simile ad uno sciame di vespe in avvicinamento. La processione mette a dura prova sia il fisico che la mente dei portatori in una sorta di devozione estrema verso il divino. Nel mezzo di essa in un lento dondolio viene portata la statua del Cristo morto, e la tradizione vuole che il termine “naca” derivi proprio dal verbo di origine dialettale “annacare” cioè muoversi dondolando.
La Calabria, ricca di una storia millenaria di tradizioni uniche, custodisce un tesoro inestimabile nel rito della Naca a Davoli. Questa processione, oltre a rappresentare un legame profondo con le radici culturali e religiose della regione, offre un'esperienza straordinaria, corale ed emotiva che potrebbe essere un faro di attrazione per il turismo locale, in un periodo al di fuori del turismo stagionale estivo di breve durata. La valorizzazione di questa tradizione e di tutte le tradizioni calabresi non solo potrebbe attrarre visitatori desiderosi di scoprire la ricchezza della Calabria oltre i circuiti turistici tradizionali, ma potrebbe anche contribuire a stimolare l'economia locale, fornendo opportunità di lavoro e rafforzando l’identità unica della regione. Investire nelle tradizioni culturali calabresi non solo può attrarre turisti e stimolare l'economia locale, ma può anche contribuire a promuovere un senso di orgoglio e appartenenza identitaria tra i residenti.
La Regione Calabria come ente territoriale ha il compito/dovere di: 1) portare avanti un processo di riconoscimento e potenziamento di tutte le ricchezze siano esse culturali, tradizionali, artistiche, paesaggistiche ed economiche avendo esse un poderoso riflesso sull’economia turistica, risorse vitali per lo sviluppo futuro del suo territorio anche nei mesi primaverili ed autunnali; 2) dovrebbe promuovere un efficace sostegno finanziario, mediante fondi per restaurare siti storici e mantenere le tradizioni; 3) diffusione, educazione, sensibilizzazione sulle tradizioni nelle scuole e comunità locali per trasmettere il valore del passato alle generazioni future; 4) collaborare con le comunità locali per garantire il rispetto e la preservazione delle tradizioni medesime; 5) infine promuovere un sano turismo culturale che coinvolga i partecipanti in esperienze autentiche legate alle tradizioni locali. In sintesi. La Regione dovrebbe adottare un approccio integrato che sia in grado di combinare in una valida promozione culturale, l’educazione, il coinvolgimento delle comunità, il potenziamento delle tradizioni radicate per uno sviluppo del turismo continuativo della nostra terra.
Marco Rispoli (Davoli)