Interferenze sul Decreto Migranti: il Caso Musk e la Sovranità Italiana
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Ecco il Decreto Migranti ed Elon Musk
Il Decreto Migranti dopo la mancata convalida dei trattamenti dei migranti nei centri in Albania, solleva problematiche di diritto interno ed internazionale. Siamo in attesa dei verdetti della Corte di Giustizia Europea sui quesiti proposti dai Giudici Italiani. Nel clima di tensione politico-giuridico ad infiammare ulteriormente, gli animi vi sono le gravi parole del miliardario Elon Musk, nuovo capo dipartimento di Trump: «Questi giudici devono andarsene, questi giudici devono andarsene». Tali affermazioni ledono gravemente il concetto di Sovranità di uno Stato. Il Diritto Internazionale definisce gli Stati sovrani come aventi una popolazione permanente, un territorio definito, un governo e la capacità di entrare in relazione con altri Stati sovrani.
È anche normalmente inteso che uno Stato sovrano non è né dipendente né sottoposto a nessun altro potere o Stato. Da qui, il dilemma giuridico e politico: può una persona estranea al Governo dello Stato Italiano proponendo in modo categorico di cacciare magistrati dalle loro funzioni? Vorrei solamente ricordare che nel Titolo IV - La Magistratura Sezione I Ordinamento giurisdizionale art 104. della nostra Carta Costituzionale si afferma "La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere" interno ed esterno ivi compreso quello che viene da oltre Atlantico. Possiamo affermare che la smania di direzione sulla scena geopolitica degli Usa sta raggiungendo livelli allarmanti per l'Italia e l'Europa intera. Il Pd su tale vicenda non si è fatto attendere.
Debora Serracchiani per prima: «l'intromissione di Musk negli affari interni di un Paese sovrano e democratico», è «inaccettabile nel metodo e nel merito». Successivamente la Schlein: «Abbiamo Musk che si permette di dire che i giudici devono essere cacciati, questa è l'idea che chi ha soldi può comprare tutto, anche la giustizia, ma noi non ci stiamo, sennò sarà una giustizia solo per i ricchi. È imbarazzante che i sovranisti di casa nostra si facciano dettare la linea da un miliardario americano, dovrebbero difendere i giudici.
Oggi Meloni è stata zitta, non ha detto una parola». Le forze politiche hanno chiesto alla Meloni di: «difendere la Costituzione e la democrazia» dimostrando «se si pone in difesa della sovranità nazionale o se accetta in silenzio questo attacco» dimostrando asservimento a poteri e influenze esterne al suo Governo. In una Democrazia che abbia un certo potere e una certa valenza etica, il potere politico dovrebbe indirizzare il potere economico verso la realizzazione di forme di ideali per l'appianamento delle disuguaglianze abissali e mostruose tra i ceti e tra i popoli e non viceversa. Il rischio che si profila all'orizzonte è che, se si accettano tali intrusioni, si possa assistere a un graduale indebolimento dell'autonomia degli Stati e delle loro istituzioni, con un sistema giudiziario sempre più esposto a forze di natura economica e politica esterna. Questo potrebbe compromettere gravemente l'equilibrio democratico, facendo vacillare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
Non si può non rilevare, infatti, come tale vicenda rispecchi una deriva globale nella quale le élite economiche sembrano avere un'influenza sempre più diretta sui processi decisionali e politici, specialmente in contesti di crisi o di fragilità. L'intervento di Musk, quindi, diviene un caso emblematico, evidenziando come l'ideologia del "denaro come potere" rischi di soppiantare i valori democratici e costituzionali. Anche l'Associazione Nazionale Magistrati ha espresso il suo disappunto «Con un messaggio, Elon Musk si è preso gioco della sovranità dello Stato. Mi aspetto da chi ha a cuore la difesa dei confini che intervenga: perché Musk, è non è un privato cittadino ma un protagonista assoluto della vita globale, fra i grandi artefici della recente vittoria elettorale del Presidente Trump». Il segretario della medesima associazione Salvatore Casciaro tuona: "l'auspicio di un maggior rispetto istituzionale per la magistratura e per la giurisdizione è di maggior equilibrio nella comunicazione".
In risposta, il referente di Musk in Italia, citando il nostro art.21 della Costituzione, afferma che anche lui "può esprimersi liberamente, fatevene una ragione". Vorrei rammentare che l'art. 21 sulla libertà di manifestazione del pensiero consente si di esprimere le proprie idee ma non a discapito della sovranità dello Stato. Ingerire nelle scelte, giuridico-politiche di uno Stato autonomo, indipendente e sovrano non è esprimere il proprio pensiero ma condizionare l'operato di politici e governi a discapito della democraticità e della libertà pilastri cardine del nostro sistema Costituzionale.
Occorre che l'Italia in questo frangente si dimostri unita e compatta per dimostrare che ha un suo Orgoglio e una sua Sovranità, e soprattutto che da noi i magistrati non vengono rimossi quando fanno il loro lavoro operando scelte contrarie all'operato del Governo. Gli Usa non possono fare di tutto il mondo l'America e come ha affermato la vicepresidente dell'Anm Alessandra Maddalena: "qui non è più in gioco l'indipendenza della magistratura, ma si tratta della sovranità dello Stato italiano. Innanzitutto bisognerebbe pensare a questo tipo di difesa e poi a quella della giurisdizione".
L'Italia deve rialzare la testa, l'orgoglio e l'onore e dimostrare nello scenario geo-politico internazionale che non è un burattino/a e che non balla sulle note suonate da oltre atlantico. Difendiamo la nostra Sovranità non diventiamo colonie americane o Stati Fantoccio e come affermato dal Presidente della Repubblica Mattarella, "L'Italia è un grande paese democratico e devo ribadire che sa badare a se stessa nel rispetto della sua Costituzione."
Marco Rispoli (Davoli).