Ecco Ancora armi in Ucraina: dopo I carri armati ora i Caccia.
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Che lo Stato Ucraino fosse un pozzo senza fondo ne avevamo il sospetto ma ora vi è la certezza. È stata appena effettuata la consegna dei carri armati che subito sia il Presidente Zelensky che i suoi portavoce sono corsi a rilanciare come in una partita di poker con nuove richieste e in modo particolare i famosi jet da combattimento F16-F35 con la scusa di dover difendere lo spazio aereo e insieme ad essi sono stati richiesti anche dei sottomarini e navi da guerra.
In Europa tutto ciò desta preoccupazione e viene dimostrato dal no secco della Germania di Sholz il quale ha dichiarato che la Germania e la Nato non invieranno i caccia poiché già l’invio dei Leopard e degli Abrams è stato in grado di portare alle stelle la tensione diplomatica tra Europa e Mosca. Ma il presidente Ucraino insiste dichiarando"Ora abbiamo nuovi compiti davanti a noi: ottenere i jet da combattimento occidentali, nuove sanzioni e l’attuazione della Formula di pace” e cioè i famosi dieci punti precedentemente dichiarati inaccettabili da Mosca.
Questa continua richiesta di armi, di missili a lungo raggio, di corazzate e portaerei semplicemente è un indizio di una futura escalation ancora più massiccia e ancora più grave anche perché sono armi in grado di colpire obiettivi entro i confini della Federazione Russa con il rischio di far sfumare qualsiasi possibilità di trattativa diplomatica.
Se consideriamo che la marina russa attualmente si sta esercitando ad utilizzare i missili balistici Zircon che la guerra proceda ad oltranza è un dato di fatto considerato anche gli aumenti di investimenti in ambito militare degli Usa e dei loro alleati in occidente.
Medvedev ha dichiarato presso il Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa che la richiesta di sottomarini alla Germania è inutile considerando che lo Stato Ucraino non avrà più il potere sui propri mari. Il concetto di “vincere e vinceremo” - “non un passo indietro” o “fino all’ultimo uomo” – “fino all’ultimo proiettile” sono troppo radicati nel pensiero dei politicanti che osservano chi muore in Ucraina e non vedono le attività che chiudono in Europa e in Italia, non si vedono le vittime dei recenti alluvioni e gli sfollati o tutti coloro che sono rimasti senza un lavoro. Pensiamo ad aumentare gli investimenti di armi e armamenti di oltre l’attuale 2% per mandare a pieno regime le fabbriche di morte che riforniscono questa guerra.
Quando capiremo che è importante preservare la vita umana e lo affermo citando Tolkien “ il vero coraggio si basa sul sapere, non quando prendere una vita ma su quando risparmiarla”.
Dovremmo tutti quanti alzare un grido di protesta, planetario, a una sola voce per invocare la pace e la salvaguardia della vita umana in un ottica di lotta contro la morte del proprio simile e per il miglioramento delle condizioni di vita di tutte le popolazioni, per un progresso verso la difesa della dignità della persona, che si esprime e viene tutelata nei diritti inviolabili dell’uomo, ivi compreso il diritto alla pace.
Una sola voce deve levarsi per impedire qualsiasi tipo di guerra presente e futura, anche perché noi la gente comune gli onesti lavoratori e i semplici cittadini siamo le vittime indirette del conflitto tra le pretese imperialiste di potenze che tendono all’egemonia del pianeta e all’oppressione di Stati su Stati, con imposizioni di ideologie, visioni economiche, forme di organizzazioni governative, filosofiche, uccidendo così la libertà e l’autodeterminazione dei popoli. Dove sono andati perduti quei contenuti valoriali tanto cari a certi politici italiani?
Marco Rispoli (Davoli)