Droga per finanziare rapine milionarie, sgominata banda
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Droga per finanziare rapine milionarie, banda sgominata. Nessuno dei colpi a segno. Misure cautelari per 32 persone
CAGLIARI, 07 GEN - I fiumi di denaro che incassavano con il traffico di cocaina, hascisc e marijuana servivano per finanziare rapine milionarie a portavalori e caveau. Colpi ben studiati da mettere a segno in Corsica, Toscana e Sardegna, andati in fumo a causa di imprevisti ma soprattutto per il lavoro degli investigatori.
Era una banda di criminali pronti a tutto, con ramificazioni anche in Lazio, Campania e Calabria, quella sgominata all'alba dai carabinieri del comando provinciale di Cagliari con l'operazione "Maddalena". Trentadue le ordinanze di custodia cautelare richieste dalle Dda di Cagliari e Firenze ed eseguite dai militari dell'Arma: 20 le persone finite in carcere, 12 quelle agli arresti domiciliari. Le accuse contestate sono associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga e armi e all'organizzazione di rapine a portavalori e caveau.
Gli accertamenti sono iniziati nel 2018 dopo il ritrovamento a Santadi, nel basso Sulcis, di un furgone: era stato rubato insieme ad altri due mezzi poi usati per una tentata rapina a un portavalori in provincia di Cagliari. Un particolare, questo, che insospettì subito gli investigatori, spingendoli ad approfondire le indagini. Dal 2018 a oggi i militari dell'Arma grazie ad appostamenti, intercettazioni telefoniche, sequestri e perquisizioni sono riusciti prima a individuare i componenti della banda e poi a capire come operavano: investivano il denaro della droga per comprare armi ed eplosivi e pianificare i loro colpi, nessuno dei quali però è andato a segno. Due quelli falliti nel 2019.
Il primo a Figari, in Corsica, ai danni di un portavalori che trasportava 10 milioni di euro: la banda decise di rimandarlo. Il secondo pochi mesi dopo a Cecina, in Toscana: nel mirino il caveau della Mondiapol, già pronte le armi fatte arrivare dall'isola al continente. Ma anche di questa rapina non se ne fece più nulla perché i complici calabresi non riuscirono a fornire in tempo i mezzi da lavoro (camion, escavatore, ruspa) adeguati a sfondare le pareti del deposito sotterraneo. L'ultimo colpo, infine, era previsto in Sardegna, ad Elmas, nell'hinterland di Cagliari, nel febbraio dello scorso anno, in pieno lockdown.
E anche in questo caso la banda avrebbe voluto svuotare il caveau della Mondiapol, ma preferì desistere: i carabinieri infatti avevano intercettato le loro comunicazioni e la sede della Mondialpol era costantemente controllata dalle forze dell'ordine. Nel corso delle indagini i carabinieri hanno intercettato un camion che trasportava armi, bombe a mano, esplosivo e giubbotti antiproiettili: una Santa Barbara che l'organizzazione criminale stava facendo rientrare in Sardegna dopo che il colpo a Cecina era saltato.