Draghi: «La disoccupazione giovanile è una minaccia per la stabilità sociale»
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LONDRA, 24 MAGGIO 2013 – Ieri sera, il presidente della Banca centrale europea, parlando a Londra dinnanzi ad una platea di esponenti politici e professionisti di spicco londinesi ha ribadito l’ennesimo moniti che – negli ultimi tempi – sempre più spesso arriva da diversi fronti: «In alcuni Paesi dell'Eurozona l'alto tasso di disoccupazione giovanile è una minaccia per la stabilità sociale».
Così, Mario Draghi, invita i governi del Vecchio Continente a varare «le riforme necessarie e fare in modo che queste assicurino una giustizia tra le generazioni. La struttura del mercato del lavoro in alcuni Paesi deve essere riformata per riequilibrare il sistema ed evitare che il peso di condizioni più flessibili ricada in modo sproporzionato sulle nuove generazioni». [MORE]
Il numero uno della Bce puntualizza: «Le nostre misure hanno dato ossigeno a Paesi che erano sotto la pressione di mercati, guidati dal panico e che stavano spingendo l'economia in una posizione dove tassi d'interesse troppo alti, ossia a un livello inappropriato, avrebbero fatto avverare la profezia di un default», evidenziando che in quel caso «sarebbe stato impossibile apportare le necessarie correzioni ed invece di arrivare al risultato di banche meglio capitalizzate e situazioni di bilancio più solide avremmo assistito ad un disastro economico-finanziario».
Poi, Draghi sottolinea – di nuovo - che l'Omt, ovverosia il programma di acquisti illimitati di titoli di Stato, «ha l'obiettivo di preservare l'unicità della politica monetaria, assicurando una trasmissione appropriata della stessa politica monetaria all'economia reale di tutta l'eurozona. E tutto questo rientra completamente nel mandato della Bce».
Infine, Draghi conclude: «Stiamo vedendo segnali incoraggianti e di miglioramento delle condizioni finanziarie. Gli spread, sia quelli sovrani che quelli aziendali, si sono ridotti notevolmente e nonostante il credito bancario a famiglie e imprese resti ancora anemico, si registrano segnali di miglioramento anche sul fronte dei prestiti», puntualizzando che «possiamo sicuramente dire che oggi l'unione economica e monetaria è più stabile rispetto ad un anno fa».
Ricordiamo che - sempre ieri - il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi ha ribadito la gravità della situazione del nostro Paese, affermando che: «Il Nord è sull'orlo di un baratro che trascinerebbe tutto il nostro Paese indietro di mezzo secolo», sottolineando i punti cardini su cui intervene: «Per tornare al nord trainante, le vie sono quelle che abbiamo detto: credito, fisco, giustizia, semplificazione, infrastrutture, uno stato amico».
(fonte: AdnKronos, Ansa)
Rosy Merola