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ROMA, 3 AGOSTO – Dopo tre giornate di discussioni e votazioni, il ddl di conversione del “decreto dignità” ha incassato l’ok dell’Assemblea di Montecitorio, dalla quale il provvedimento è stato approvato con 312 sì, 190 no ed 1 astenuto. Il testo verrà ora inviato per la seconda lettura al Senato, che dovrebbe licenziarlo entro il 10 agosto. L’approvazione definitiva dovrebbe in ogni caso avvenire prima dell’11 settembre, data di scadenza naturale del decreto-legge, la cui efficacia notoriamente verrebbe meno in caso di mancata conversione in legge entro 60 giorni dalla relativa pubblicazione. [MORE]
Nel ringraziare i Deputati, i principali promotori del decreto sono intervenuti al termine della seduta lasciando trasparire la loro soddisfazione: “Abbiamo vinto il primo round! Ce l’abbiamo fatta anche senza la fiducia!” – è stato il commento del vicepremier Luigi Di Maio, “festeggiato” dai suoi colleghi tra i banchi riservati ai ministri; “Ora passeremo al Senato e lì i tempi saranno anche più ridotti” – ha poi concluso, rivolgendosi ai parlamentari del suo schieramento. Il premier Conte ha invece parlato di “un primo importante passo in avanti per la lotta al precariato, il contrasto all’azzardo e la semplificazione fiscale”, dicendosi ancora una volta “orgoglioso di guidare un governo che lavora davvero per il Paese”.
Il provvedimento, voluto fortemente dal Ministro del lavoro e dello sviluppo economico, nel corso dei lavori in Commissione ed in Aula a Montecitorio, si è arricchito di nuove norme rispetto al disegno originario. Tra queste, è arrivato uno stop alla stretta sui contratti di somministrazione per i lavoratori portuali. La nuova normativa, infatti, prevede l’introduzione di un limite massimo di 24 mesi per i contratti a tempo determinato e richiede che dopo i primi 12 mesi vengano indicate le causali, senza le quali il contratto diventerebbe automaticamente stabile ed a tempo indeterminato; ogni rinnovo a partire dal secondo avrebbe inoltre un costo contributivo aggiuntivo dello 0,5% e sarebbero possibili soltanto 4 proroghe. Tali misure varrebbero anche per i contratti di somministrazione, ma ne sarebbero stati esclusi, appunto, i lavoratori portuali oltre che in parte quelli del settore domestico. In secondo luogo, sono state inasprite le sanzioni per chi viola i divieti di sponsorizzazione e pubblicità relativi ai giochi d’azzardo, prevedendo multe che arriverebbero al 10% del valore della sponsorizzazione o della pubblicità in questione, a partire da un minimo di 50.000 euro. Verranno introdotti anche messaggi del tipo “nuoce gravemente alla salute” sui gratta e vinci e sulle slot machine, oltre ad imporre l’obbligo dell’utilizzo della tessera sanitaria per giocare. Il testo uscito dall’Aula di Montecitorio, poi, contiene un ulteriore aumento delle indennità da corrispondere ai lavoratori in caso di licenziamento illegittimo, passando da un minimo di 6 ad un massimo di 36 mensilità; ok anche ad una modifica che aumenta l’indennità anche in sede di conciliazione (3-27 mesi).
Sul tema dei licenziamenti illegittimi, un polverone di polemiche si è levato dai banchi di sinistra dell’opposizione, contestando la scelta della maggioranza di bocciare un emendamento presentato dall’On. Epifani (LeU) con cui si chiedeva la reintroduzione totale delle tutele del vecchio art. 18 dello Statuto dei lavoratori. Su tale proposta hanno votato favorevolmente solo i 13 Deputati di Liberi e Uguali, mentre parere contrario è stato espresso da 317 onorevoli e 191 sono state le astensioni. Una volta apparso il risultato sullo schermo dell’Aula, è partito un applauso ironico con cui è stato preso di mira il M5S, reo di aver votato contro una proposta che faceva parte del suo stesso programma elettorale. Il vicepremier Luigi Di Maio si è giustificato affermando la necessità di evitare stravolgimenti di un provvedimento che rappresenta già di per sé un compromesso tra diverse proposte: “È legittimo manifestare con fermezza e con forza il fatto di non essere d’accordo con questo decreto ed anche il fatto che si voglia stravolgerlo, così come è invece nostro diritto difendere il decreto da questo stravolgimento”. Il problema, per il capo politico del MoVimento, sarebbe rappresentato semplicemente dallo scontro tra le due visioni diverse di maggioranza ed opposizione: “Sapete bene che l’obiettivo di maggioranza e governo è portare il provvedimento a casa e quello delle opposizioni di modificarlo; il punto di incontro può condurre ad un buon risultato”.
Francesco Gagliardi
Fonte immagine: ansa.it