DIXIT, quando l'argot popolare diventa un segno vero del secolo
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AREZZO. Il 13 novembre è uscito DIXIT, il romanzo che ho pubblicato con la casa editrice diretta da Jacopo Lupi: Lupi Editore di Sulmona (AQ).
A quanto pare lo stile si muove nel tempo per mezzo delle immagini fedeli e quotidiane del mondo popolare, che, in tanti casi, danno forma all'estetica borghese ispirata al pensiero degli antichi.
Anche in Italia, da ormai diversi anni, la riflessione letteraria ruota intorno all'idea dello stile. Anche adesso che i contenuti rifllettono lo stile perché l'oggetto dello stile è il gruppo ove converge il fatto artistico promosso dal realismo al quale già una volta guardò Alessandro Manzoni, imbattendosi nella lezione di Dante, tra gli altri e nella logica ermetica, ma anche lucida e compassata, dei generi (di tutti i generi) ai quali si associa la parlata, e il segno ascendente di una linea attorcigliata che, oltre a non rinnegare sé stessa in ogni punto della storia, compare, trionfalmente, sulle pagine dei giornali, attraverso gli eventi più importanti della storia. Quegli eventi che consentono una lettura critica del percorso dove si è rispecchiata la riflessione teorica dell'autore su i modelli destinati a restare altissimi nelle attese della stagione luminosa che irradia le forme della tradizione con le pretese del linguaggio popolare.
Ed ecco che la materia narrativa si fa stilosa quando il presente della storia rinuncia all'oggetto per restare fedele al mistero che circonda la vita traslata nella sfera del reale capovolto dalle esperienze straordinarie degli esseri che si rincorrono nell'inquietudine del mondo. Dixit, non si vanta di essere un oggetto iconico, ma nel profondo è animato dal desiderio di imitare la tradizione, nel modo in cui questa, ancora oggi, si fa vedere e toccare.
A quanto pare, solo, tra infinite frasi, si mostra il vento che non nuoce, come fiore sbocciato nella libertà del caso nascosto dietro la porta che nasconde i narcisi, dove si trovano e dove la terra si ferma maestosa ad ascoltare la freddezza desolata dei secoli osservati in silenzio dal tempo che continua a tenere duro.
Dixit è un innesto ingegnoso di domande costruite come una toletta, in cui non mancano di certo spazzole e pettini per equipaggiare l'unica realtà che interessa l'istinto e affolla i pensieri rivolti all'arte d'imparare, con quel tono melanconico che insegna a fuggire l'immagine posta nello specchio di un tempo sempre in attesa dell'ufficialità che annunci qualcosa di speciale, nella meraviglia di chi ha già imparato, suo malgrado, come Alice in the Wonderland.
DIXIT è gia disponibile su Amazon (Rosa Notarfrancesco, Dixit, Lupi Editore, 2023)
Rosa Notarfrancesco è nata a Salerno il 13 luglio 1984. Le sue poesie sono state pubblicate dalla rivista Fluire e sul numero speciale Osare la Pace(Alla Chiara Fonte Editore). Ha pubblicato Il miglior posto possibile (LFA Publisher Editore), Decalcomania (Porto Seguro Editore) e Anima Sociale (Arduino Sacco Editore). Dal 2007 vive ad Arezzo.