Divorziati: Papa, no a scomuniche, serve "un'accoglienza reale"
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ROMA, 5 AGOSTO 2015 - “Non trattate coloro che si sono risposati come scomunicati”. Papa Francesco torna a parlare di famiglia e invita i cristiani a accogliere “i battezzati che hanno stabilito una nuova convivenza dopo il fallimento del loro matrimonio: queste persone non sono affatto scomunicate e non vanno trattate come tali. Esse fanno sempre parte della Chiesa”, ha detto il pontefice nella prima udienza generale dopo la pausa estiva, che si è tenuta nell'Aula Paolo VI davanti a una folla di oltre 7.000 fedeli. [MORE]
Certo, Francesco “sa bene che questa situazione contraddice un sacramento”, tuttavia invita i fedeli alla comprensione, a “discernere le situazioni, tra chi ha subito la separazione e chi l'ha provocata”. E soprattutto a guardare i nuovi legami con gli occhi dei figli nati da essi: “vediamo ancora di più l'urgenza di sviluppare nelle nostre comunità una accoglienza reale verso le persone che vivono tali situazioni, per questo è importante che lo stile della comunità, il suo linguaggio, i suoi atteggiamenti, siano sempre attenti alle persone, a partire dai piccoli: loro sono quelli che soffrono di più queste situazioni”. Quindi, invita il Papa, “non aggiungiamo altri pesi ai bambini dei divorziati”.
"La Chiesa è chiamata ad essere sempre la casa aperta del Padre Niente porte chiuse. Tutti possono partecipare in qualche modo alla vita ecclesiale, tutti possono far parte della comunità. La Chiesa è la casa paterna dove c'e' posto per ciascuno con la sua vita faticosa". Altrimenti, si domanda il Pontefice “Come potremmo raccomandare a questi genitori - si è chiesto papa Bergoglio - di fare di tutto per educare alla fede cristiana con esempi di fede convinta e praticata, se li tenessimo lontano dalla vita, come se fossero scomunicati?"
Bergoglio sembra voler smentire quanti vedono nella sua posizione uno strappo rispetto alla tradizione: "In questi decenni la Chiesa non è stata insensibile, e grazie all'approfondimento dei pastori, guidato e confermato dai miei predecessori, è molto cresciuta la consapevolezza che è necessaria nuova attenzione a queste situazioni”. Ma il compito di accogliere quelle che definisce “famiglie ferite” spetta a tutti i fedeli. “Ciascuno faccia la sua parte assumendo l'atteggiamento del buon pastore che conosce ciascuna delle sue pecore e nessuna esclude dal suo amore”, conclude Francesco, accompagnando i divorziati nella vita di fede della comunità.
Resta invece intransigente la posizione della Chiesa sulle unioni omosessuali: “Oggi, mentre l'istituzione del matrimonio tra uomo e donna è sotto attacco da potenti forze culturali, i fedeli sono chiamati a testimoniare questa basilare fede biblica e legge naturale, che è essenziale all'ordine saggio e giusto della società”, ha scritto Papa Francesco nel messaggio inviato, a firma del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, alla convention dei Cavalieri di Colombo, che si è aperta a Philadelphia, negli Stati Uniti, dove il pontefice si recherà a fine settembre a conclusione dell'incontro mondiale delle famiglie.
Tiziano Rugi