Dichiarazione del vice presidente del consiglio comunale, Roberto Guerriero
Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
CATANZARO, 8 OTTOBRE 2013 - (Riceviamo e pubblichiamo)
Che il dialogo sia buona cosa è fatto indiscutibile e si nota con compiacimento che il comunicato in merito alle questioni culturali, in vero generali oltre che della città, sia stato raccolto intanto dall’Amministrazione comunale e dalla fondazione Politeama con una pronta nota descrittiva di contenuti ritenuti, dalle stesse, pertinenti al dibattito richiesto.
In realtà, però, noto che non è stato compreso il senso di quell’invito e invece di rispondere in termini politici e di politica amministrativa sulla tematica, invece di dare risposte o intavolare discussione e considerazioni sulle tante domande prodotte, ci si è limitati a fare una dichiarazione d’intenti, una nota sulla situazione debitoria, che però era una condizione preliminare al ragionamento proposto e non l’oggetto dello stesso, e una sorta di boutade da piccola logica della sola e solita politica delle casacche, dei ”retro tavoli” e retro pensieri, relativa ad una posizione personale.
Quindi credo utile riproporre le medesime 13 domande, premettendo nuovamente che la Cultura è un aspetto fondativo, la condizione sulla quale poi si agganciano in sequenza la crescita sociale e poi quella economica, una condizione essenziale per il nostro Paese che è anche depositario di tanta Cultura a tutto campo; per questo politici e amministratori dovrebbero affrontare un reale dibattito senza colori politici.
E dovrebbe essere altrettanto chiaro che la gestione della Cultura, rientrando nei compiti e negli oneri di un ente pubblico, richiede in ogni caso quell'accuratezza amministrativa e tecnica che consente legittimità delle scelte e degli atti, il massimo delle competenze e dei risultati. Come dire che è necessario il massimo sforzo di onestà intellettuale e innescare, proprio ripartendo dalla Cultura, la moralizzazione dei sistemi di potere, politici e non, della nostra città; e il segno sarà forte se non si ripartirà dalla gestione dei Palazzi, delle società partecipate, ma da quella dei Musei, dei Teatri, delle Rassegne, del Cinema, della Ricerca, della Formazione. Per la Calabria poi, che forse non ha ancora del tutto colmato il noto annoso gap culturale, la questione dovrebbe avere addirittura il carattere della priorità assoluta.
Sono certo felice che il primo concerto di questa stagione Sabato scorso con Nina Zilli abbia registrato il sold out testimoniando così una gran voglia di teatro della gente, ma ci si raccomanda anche di non confondere l'intrattenimento di qualità, pur utile, con i processi culturali connotati da progettualità e ricerca, intendendo non quella nelle agenzie di spettacolo! E seppure qualcuno con superficialità obietterebbe che tutto è cultura, un distinguo va fatto altrimenti si legittimerebbe un'idea di teatro appiattita sulla produzione commerciale ovvero senza intento accrescitivo del livello culturale locale, e così anche un bel corso di cucina avrebbe diritto di palco e platea.
Ciò nuovamente detto, ecco le domande su un’evidente criticità culturale della città e per le quali mi auguro, questa volta risposte pertinenti e poi una riflessione congiunta: può la Fondazione Politeama esprimere davvero una forte rappresentatività del territorio? E se questo è l'obiettivo, ci si rende conto che è altrettanto fondamentale capire e condividere le strategie, e definire chi e con quali reali competenze può gestire la Fondazione in modo realmente pertinente? E inoltre: quale il piano di rilancio? Quali le figure che al di là dei soliti nominativi legati agli altrettanti soliti sistemi di potere hanno i requisiti reali per i vari ruoli cardine dal sovrintendente al direttore generale? Si è per esempio consapevoli che la legittimità, anche amministrativa, delle scelte e delle nomine, a prescindere da statuti e regolamenti, deve prevedere coerenza di contenuti e di competenze specifiche per il ruolo?
E che tale elusione costituisce una colpa grave oltre che una negligenza amministrativa? Si sono pianificati interventi a medio lungo termine per non rischiare di inseguire solo il momento? Si è pensato che la Fondazione ha in carico anche il San Giovanni che potrebbe esprimere una maggiore funzione per la vita culturale del territorio? Si è consapevoli che un Teatro non può essere solo un luogo di intrattenimento e in verità con qualità alterna e talora come un palatenda? E che dovrebbe invece rappresentare un luogo forte di identità culturale di un territorio e quindi dare voce a tutta una serie di possibilità del campo, dalla formazione alla produzione? Resto in attesa e disponibile al confronto come sempre , lontano dai personalismi , esclusivamente al servizio della mia città Catanzaro". [MORE]
Roberto Guerriero vice presidente del consiglio comunale di Catanzaro
(Notizia segnalata da Opposizione comune Catanzaro)