Delitto Scazzi: mancano ancora delle prove contro Sabrina e Cosima
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MILANO, 11 OTTOBRE 2011 - Dopo la straordinaria assoluzione di Amanda e Raffaele nel caso dell'omicidio Knox, un'altro dei casi più discussi rischia di finire con un colpo di scena. Sarah Scazzi, la ragazzina che un'anno fa fu uccisa e buttata in un pozzo ad Avetrana, non ha ancora giustizia: Sabrina Misseri e sua madre Cosima non possono essere ancora accusate perchè mancano le prove sufficienti.[MORE]
I casi, per i pm, sono due: o Sabrina ha ucciso Sarah in concorso con suo padre oppure l'ha fatto con sua madre. Ma la lista delle «inconciliabilità logiche», delle «omissioni», delle questioni «non affrontate espressamente» è troppo lunga per porre fine alle indagini. I magistrati della prima sezione della Corte Suprema hanno depositato ieri le motivazioni che li avevano convinti, il 26 settembre scorso, ad annullare e rinviare al Tribunale del riesame l'ordinanza che teneva e tiene ancora oggi in carcere Sabrina Misseri e sua madre Cosima Serrano.
Sono 44 pagine di critiche all'impianto accusatorio, che attaccano i «gravi indizi» raccolti contro le due donne: «Insussistenti», dicono i giudici della Cassazione, nella parte che riguarda «i reati di omicidio volontario e sequestro di persona», mentre resterebbe in piedi l'accusa di concorso in soppressione di cadavere. Stessa dinamica era successa nell'arresto ed il sucessivo rilascio di Michele Misseri, padre di Sabrina e marito di Cosima. Prima reo confesso, poi i continui cambi di rotta: da «Sabrina la teneva, io la strangolavo» fino all'ultima, tenace, versione e cioè «ho fatto tutto da solo, lei e Cosima non c'entrano nulla». Nel suo caso rimane la sola accusa di soppressione di cadavere.
Per cominciare, nell'accusa a Cosima e Sabrina ci sono «discrasie», secondo la Suprema Corte, sul luogo esatto della morte, individuato in un'ordinanza all'interno del garage, nell'altra all'interno dell'abitazione e, nel racconto di una testimone, anche dentro l'auto di Cosima. In secondo luogo, l'«omessa valutazione critica» delle «diverse dichiarazioni rese da Michele Misseri». I giudici rimproverano i colleghi di merito perfino sulla mancata risposta a una memoria presentata dalle difese delle due indagate.
Riguardava una consulenza dei Ris sulle celle telefoniche di Avetrana. «Una rilevante carenza argomentativa su un aspetto importante» scrivono. I legali delle donne invece si dicono soddisfatti. «Accogliamo tutto questo con evidente soddisfazione, pur sapendo che il percorso è comunque lungo e complesso» è stato il commento degli avvocati di Cosima Franco De Jaco e Luigi Rella. Il professor Franco Coppi e l'altro avvocato di Sabrina, Nicola Marseglia, fanno un passo in più: «A questo punto è arrivato il momento di rimettere al centro la questione della custodia cautelare, presenteremo un'istanza di revoca».
Caterina Gatti