Delitto di Vignola: chiesto il rinvio a giudizio per Don Panini

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MODENA - Nella notte tra il 23 e 24 dicembre dello scorso anno, a Vignola, nel modenese, veniva ucciso il 67enne Sergio Manfredini: l’ accusa sostiene che ad ucciderlo sia stato don Giorgio Panini, amico di famiglia della vittima e suo ospite in casa da molti anni.

La Procura modenese ha infatti chiesto al Gip il rinvio a giudizio di don Giorgio Panini con l’accusa di tentato e omicidio premeditato; come se non bastasse, il sacerdote è accusato di lesioni personali, truffa al Comune di Vignola e alla Curia, oltre all’ appropriazione indebita nei confronti del comune di Savignano;[MORE] i pm Lucia Musti e Maria Angela Sighicelli gli contestano 43 episodi di “raggiro”, tentati o riusciti, oltre all’ accusa di aver intascato per sé i soldi dell’ 8 per mille destinati alla sua parrocchia.

Gli avvocati difensori, Domenico Giovanardi e Antonio Sarzi Amade’, hanno scelto per il loro assistito la linea dell’ “incapacità di intendere e volere” al momento del delitto del Manfredini, del ferimento della di lui moglie, Paola Bergamini, e del figlio Davide; i legali di Panini sostengono si sarebbe trattato di un raptus, contestano la premeditazione e potrebbero richiedere il rito abbreviato (sconto di pena fino a un terzo).

Durante le indagini, in seguito ad accertamenti della GdF, sarebbero emersi più C/c intestati a don Giorgio del valore di non meno di 400000 euro, nonché 2 proprietà immobiliari cointestate con il suo amico; tra i possibili moventi del gesto delittuoso, pare che don Giorgio intrattenesse una relazione sentimentale con una quarantenne, la quale avrebbe varie volte dichiarato di essere la sua “fidanzata” e che lei e il prete sarebbero presto andati a convivere; don Giorgio Panini ha negato il legame con la donna, anche se da quando lei era apparsa sulla scena, i rapporti tra l’uomo di chiesa e la famiglia ospitante si erano mano mano degradati.
Sarebbe dunque in questo tourbillon a tinte fosche che bisognerebbe ricercare il movente dell’ assassinio di Sergio Manfredini.
 

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