Delitto Borsellino: Riina 'non siamo stati noi', sarebbe opera dei servizi segreti
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PALERMO – Totò Riina parla della strage di via D’Amelio e dichiara che la morte di Borsellino non è stata ‘solo’ opera della mafia ma soprattutto dei Servizi Segreti, Lo ha dichiarato il suo avvocato, Luca Cianferoni, ai pm della Dda di Palermo ed è stato ascoltato anche dal sostituto procuratore Lia Sava e dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia. In questi giorni a Palermo si stanno ascoltando testimoni dell’inchiesta sul bandito Giuliano, riaperta dopo un secondo esposto che dichiara che il cadavere seppellito non sarebbe il suo ma quello di un altro. [MORE]
Il legale di Riina ha dovuto spiegare perché avesse paragonato, in un’intervista, il delitto di via D’amelio con quelli di Salvatore Giuliano e Gaspare Pisciotta. In realtà l’idea sarebbe di Riina, in linea con un’intercettazione tra lui e il figlio Giovanni, nella quale aveva detto: “Per Borsellino non siamo stati noi.”
Intanto è ora indagato il ‘signor Franco’, misterioso agente dei servizi segreti che secondo il legale di Riina sarebbe una delle menti della trattativa tra mafia e stato. Sembra che tra l’altro l’uomo abbia avvicinato due volte Ciancimino per assicurarsi che egli tacesse.