De Magistris non si dimette per "Why Not": Grasso invoca la Legge Severino
Politica Campania

De Magistris non si dimette per "Why Not": Grasso invoca la Legge Severino

venerdì 26 settembre, 2014

NAPOLI, 26 SETTEMBRE 2014 - Il sindaco De Magistris ritorna al Consiglio Comunale dopo la sentenza "Why Not", che ha disposto per lui un anno e tre mesi di reclusione per aver intercettato illegalmente alcuni esponenti politici (queste almeno le accuse a lui ascrittogli). L'accusa di abuso di ufficio pesa notevolmente sull'ex magistrato che, per la Legge Severino, dovrebbe lasciare l'incarico di sindaco di Napoli.[MORE]

De Magistris: "Sono i giudici contro di me che si devono dimettere"

Se da un lato il presidente Grasso ha invocato la Legge Severino (che costringe alle dimissioni chi viene condannato) il sindaco De Magistris, il discorso dell'ex magistrato è chiarissimo: "Mi chiedono di dimettermi per questa condanna, ma guardandosi allo specchio e provando vergogna devono dimettersi quei giudici"(fonte ANSA). Continua a lottare per uno Stato che ritiene corrotto De Magistris, puntando il dito a chi lo accusa senza pensare agli scheletri nell'armadio.

Nel suo breve discorso, Luigi De Magistris fa nomi e cognomi di chi lo giudica nel processo "Why not", affermando di saper resistere contro chi ha le "armi pesanti" (fonte ANSA), nel nome di militari e non solo che lo hanno reso fiero di essere italiano.

Le polemiche e la risposta di Grasso

Per Pietro Grasso, le dimissioni di De Magistris sono solo una questione di tempo: ai cronisti, Grasso ha dichiarato di non avere un'opinione in merito alla vicenda, ma informa che, nonostante la presa di posizione di De Magistris, il prefetto di Napoli dovrà comunque presentare la documentazione per mandarlo via dopo la sentenza "Why not".

(Foto spazionapoli.it)

AGGIORNAMENTO ORE 16.28 L'Associazione Nazionale Magistrati risponde contro le accuse lanciate da De Magistris: "(...) le espressioni usate vanno ben oltre i limiti di una legittima critica a una sentenza, perché esprimono disprezzo verso la giurisdizione. Parole tanto più inaccettabili poiché provenienti da un uomo delle istituzioni"(fonte ANSA)

Annarita Faggioni


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