Dacca, identificato mandante della strage: ancora latitante in Bangladesh
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DACCA - Si chiama Tamim Chowdhury, trentenne con doppia nazionalità canadese e bengalese, l’uomo che sarebbe a capo del massacro nell’Holey Artisan restaurant, ristorante di Dacca dove hanno perso la vita venti innocenti. Secondo quanto appreso domenica 31 luglio dai media, la polizia bengalese lo avrebbe identificato dopo un blitz antiterrorismo, nel quale sono rimasti uccisi nove militanti, mentre Chowdhury è ancora latitante in Bangladesh.[MORE]
Secondo quanto emerso dalle indagini in corso, Chowdhury, rientrato dal Canada tre anni fa, è ora leader di un gruppo particolarmente feroce, chiamato Jamaat-ul-Mujaheddin Bangladesh (Jmb), un’associazione ultra-islamista nata nel 1998 e ostracizzata nel 2005 perché considerata la responsabile di numerosi omicidi di stranieri e esponenti di minoranze religiose bengalesi.
Una volta rientrato dal Canada, infatti, l’uomo si sarebbe dedicato completamente ad istruire e radicalizzare i giovani musulmani più fedeli, sovvenzionando all’addestramento e equipaggiamento, insegnando loro dove colpire.
Infatti, oltre alla strage nel caffè-ristorante di Dacca, Chowdhury sarebbe considerato imputabile anche per il massacro avvenuto durante la funzione religiosa di Eid al-Fitr, nel nord del Paese, a Sholakia, sei giorni dopo.
In un raduno di 250.000 fedeli che celebravano Eid al-Fitr, che nel calendario islamico è la seconda festività religiosa più importante, poiché sancisce la fine del mese sacro del Ramadan, sono rimaste uccise tre persone.
Inoltre, avrebbe fornito denaro, esplosivi, armi e un nascondiglio per nove miliziani fortunatamente scoperti ed eliminati dalle teste di cuoio a Kalyanpur, nella parte sud-occidentale della capitale bengalese.
È proprio attraverso la confessione ceduta in un interrogatorio da un integralista arrestato nel blitz, il venticinquenne Rakibul Hassan, che gli inquirenti sono risaliti al nome di Tamim Chowdhury.
Considerando che entrambi gli attentati sopracitati sono stati rivendicati anche dallo Stato Islamico, quello che gli investigatori dovranno scoprire è un eventuale legame di supporto e collaborazione tra la fazione della Jmb e l’Isis.
(foto da www.panorama.it)
Eleonora Ranelli