Da Nord a Sud, l’Italia scende in piazza per Gaza e la Global Sumud Flotilla
Mobilitazione nazionale “Fermiamo la barbarie”: cortei e presidi in solidarietà al popolo palestinese
L’Italia si è mobilitata da Trieste a Cagliari, passando per Milano, Torino, Firenze, Ancona, Napoli, Catania, Pescara e Aosta, in occasione della giornata nazionale “Fermiamo la barbarie”. Una grande ondata di solidarietà per Gaza ha attraversato il Paese, con cortei, presidi e flash mob organizzati per sostenere la popolazione palestinese e l’iniziativa umanitaria della Global Sumud Flotilla.
La mobilitazione: bandiere, striscioni e barchette di carta
La manifestazione, promossa dalla Cgil insieme ad associazioni, partiti e movimenti, ha visto la partecipazione di migliaia di persone. In piazza sono comparsi striscioni contro il genocidio a Gaza, bandiere palestinesi e centinaia di barchette di carta, simbolo della flottiglia internazionale che si oppone al blocco della Striscia di Gaza.
A Milano e Torino si sono svolti cortei molto partecipati, mentre a Cagliari centinaia di cittadini hanno sfilato per le vie del centro. Ad Ancona e Trieste i presidi hanno ribadito la necessità di un impegno internazionale per la pace, mentre a Firenze il flash mob con le barchette di carta ha attirato l’attenzione dei passanti. Non meno significative le iniziative di Napoli, Catania, Aosta e Pescara, dove si è formata una catena umana contro il massacro in corso.
Global Sumud Flotilla: un simbolo di resistenza e pace
La Global Sumud Flotilla non è solo un’iniziativa simbolica: rappresenta la volontà di rompere l’assedio di Gaza attraverso un gesto collettivo di resistenza pacifica. La parola “Sumud” in arabo significa “resilienza”, e proprio questo spirito ha animato le piazze italiane, unite nel chiedere lo stop alle violenze e il rispetto dei diritti umani.
Un’Italia solidale e unita per la pace
La mobilitazione ha dimostrato come da Nord a Sud ci sia un forte movimento popolare che chiede di fermare la guerra e aprire spiragli di pace in Medio Oriente. La Cgil, insieme a tante altre realtà sociali e civili, ha sottolineato la necessità di un impegno concreto per fermare quella che è stata definita una vera e propria barbarie umanitaria.
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