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GERUSALEMME, 13 DICEMBRE 2011 - Scoperto in Israele un nuovo metodo per la cura del cancro, più sicuro e meno invasivo. Il professor Yona Keisari del Dipartimento di Microbiologia Umana dell'Università Sacker di Tel Aviv e il professor Itzhak Kelson (Dipartimento di Fisica ed Astronomia) hanno messo a punto una particolare radioterapia che agisce dall'interno del tumore, anziché dall'esterno.[MORE]
Questa tecnica rivoluzionaria, chiamata "ablazione del tumore", permette di curare il cancro attraverso la distruzione delle cellule neoplastiche in circolo nell'organismo in modo da prevenire lo sviluppo di metastasi e recidive.
Già da anni i ricercatori impegnati al progetto erano all'opera per condurre esperimenti di perfezionamento sul metodo, anche se al momento ancora in fase di studi preliminari. Gli scienziati che si occupano della ricerca sono tuttavia ottimisti sulle tempistiche e a quanto appreso dalle fonti interne la sperimentazione clinica su pazienti umani dovrebbe avviarsi a breve presso il Beilinson Hospital di Petach Tikva.
Il principio è lo stesso della brachiterapia, la tecnica attualmente impiegata per la cura del cancro tramite radiazioni. Con questa novità in campo scientifico sarà ora possibile contrastare lo sviluppo dei tumori solidi tramite l'impiego di un sottilissimo filo radioattivo che, una volta inserito all'interno della massa tumorale, inizia ad emettere atomi radioattivi. Decorsi i 10 giorni previsti per la terapia, all'interno dell'organismo rimane solamente un'infinitesima quantità di piombo non tossico.
Una volta impiantata questa sorta di “centrale atomica” miniaturizzata al centro del tumore, il filo inizia ad emettere raggi alfa con una portata talmente ridotta da non colpire i tessuti sani circostanti. Questo permetterebbe di superare l'attuale tecnica della cobalto-terapia, che consiste nel bombardare il tumore dall'esterno del corpo tramite i più dannosi raggi gamma. "E' come una bomba a grappolo. Invece di una singola grossa esplosione, gli atomi irradiano la zona colpita continuamente".
Contrariamente alla rimozione chirurgica del cancro seguita dalla chemioterapia, l'ablazione tumorale permette una maggiore precisione e sicurezza nel processo di distruzione delle cellule tumorali. Ed oltre ad una maggiore efficacia del processo, i medici hanno sottolineato che il corpo sviluppa anche un'immunità contro un'eventuale recidiva del tumore.
“Il filo è rivestito in atomi che emettono non solo particelle alfa, ma anche atomi-figli che a loro volta sono in grado di emettere raggi alfa. Queste particelle si diffondono all'interno del tumore, continuando a moltiplicarsi fino a che non vengono distrutte completamente." Lo ha spiegato la Prof.ssa Kelson, che ha ospitato nel suo laboratorio i ricercatori impegnati nello sviluppo del filo radioattivo.
Già nei mesi scorsi i due professori israeliani avevano pubblicato una ricerca sulla rivista Translational Research, in cui si dimostrava l'efficacia della nuova tecnica medica in abbinamento alla chemioterapia. Una volta compresa la sua utilità nella lotta contro i sintomi dolorosi provocati dal cancro, la tecnica era stata infatti subito presa in considerazione come potenziale new entry sul podio delle migliori cure palliative per i pazienti affetti da cancro al pancreas.
Riccardo Marcucci