Crusaders Cagliari: i bilanci del fivemen e la storia californiana di David Succu
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Crusaders Cagliari: i bilanci del fivemen e la storia californiana di David Succu

sabato 29 dicembre, 2012

CAGLIARI, 29 DICEMBRE 2012


Il resoconto della stagione è doveroso. Anche perché con ogni probabilità Aldo Palmas, dopo un biennio fruttuoso, lascerà le giovanili dei Crusaders per problemi di orari connaturati al suo lavoro. In attesa che questi dubbi vengano definitivamente sciolti l’head coach dell’under 18 si concede il meritato riposo ma non poltrirà più del necessario perché c’è da piegarsi sui libri in vista del conseguimento di un livello superiore nella gerarchia degli allenatori, con particolari approfondimenti sulle tecniche difensive. E poi farà anche indigestione di football in tv dal momento che stanno per cominciare i play – off NFL. Con una breve chiacchierata si passa in rassegna l’ultimo campionato Fivemen che ha impegnato i giovani crociati in tre bowl oltre mare (Verona e Roma) nei quali hanno conquistato tre successi, altrettante sconfitte e anche una vittoria di concentramento che però non è stata sufficiente per l’accesso alle finali nazionali.

Sei soddisfatto?
Tutto sommato si. Come già ho avuto modo di dire, in questi due anni mi ero prefissato di insegnare il football ai giovani neofiti, di formare un coaching staff e di portare nuove leve alla prima squadra. Penso che i nostri ragazzi arriveranno tra i senior con un buon bagaglio, poveri di esperienza ma pronti per imparare. Concludo questo biennio lasciando tre allenatori che torneranno utili ai Cru: Nicola Polese, Walter Serra e Chicco Casciu.
Sono sicuro che se la società darà l'incarico a Nicola, la prossima sarà sicuramente una stagione positiva.

I ragazzi che ti hanno colpito di più?
Tutti quelli che hanno giocato sono stati costanti negli allenamenti. Nonostante il brutto esordio di Verona non hanno mollato. Sia i "vecchi" che si sono comportati da grandi veterani, sia i nuovi mostrando un entusiasmo che sinceramente mi aspettavo.

Pensi che nelle finali i tuoi ragazzi avrebbero potuto fare bella figura?
Vedendo le finaliste penso che almeno il primo turno avremmo avuto buone chance di superarlo.

Hai qualcosa da rimproverare ai tuoi aiutanti?
Dico semplicemente che sono stati perfetti.

I ragazzi che ti hanno un po' deluso?
Quelli che mi hanno assillato per tutto il periodo di pausa con messaggi, post inneggianti al football, ecc. Alla ripresa degli allenamenti, però, hanno preferito stare a casa a oziare.

Continuerai ad andare per le scuole a cercare materia prima?
Il progetto scuole continuerà sicuramente, e io darò come sempre una mano compatibilmente con il lavoro.

DAVID SUCCU, L’ITALIAN STALLION IN CALIFORNIA[MORE]

Da settembre si è immerso nella realtà californiana con applicazione e tanta curiosità. David Succu ha anche già conosciuto l’amarezza della sconfitta nel campionato dell’High School perché la sua squadra, giunta alla finalissima nella sezione di San Diego, ha dovuto soccombere ai più forti avversari. Ma quello che il ricevitore sardo sta vivendo da quelle parti non può non suscitare forti invidie. Diciassettenne, cagliaritano, studente presso il liceo scientifico Pacinotti, David è finito nella West Coast tramite una borsa di studio offerta da Telecom Italia tramite l’associazione AFS. Abita con una famiglia e nella scelta della squadra di football c’è anche lo zampino dell’ex offense coordinator dei Crusaders Kirk Mastromatteo che ha spedito una lettera con le sue referenze al coach della squadra: “l’ambiente è molto competitivo e ad alti livelli”, puntualizza David.
Ora fai il linebacker, come ti trovi con questo ruolo?
Lo adoro. Se c' è qualcosa che mi è sempre piaciuto del football è il picchiar duro, e questo ruolo ne è la vera essenza.

Mi dicono pure hai messo su muscoli, che ruolo sta avendo per te la palestra?
A parer mio la palestra è un buon 30% di quel che dai sul campo e gli americani sembrano confermare la mia opinione. Qui cominciano a giocare con i bilancieri dalla prima superiore, se non ancora prima. Non meraviglia dunque il fatto che siano così grossi.

Differenze con il football italiano?
Il football qua è un vero e proprio impegno: allenamenti ogni giorno (3 ore sul campo); è una materia di scuola (durante la quale si guardano filmati delle partite). E ogni due mattine vi è anche il sollevamento pesi alle 6 del mattino prima di scuola. Insomma, non è cosa da tutti. Inoltre è ovviamente molto seguito dalla scuola e dai media in generale.

Ce la fai anche a studiare?
Lo studio è un altro fattore molto importante: è necessario avere almeno la media del 7 per poter giocare. Per fortuna ho scelto delle materie abbastanza semplici (proprio così, qua i ragazzi scelgono che materie studiare) quindi non ho particolari problemi.

Che tipo di campionato hai disputato?
La mia squadra milita nella la federazione di football californiana per le scuole superiori e in particolare nella sezione di San Diego. Qua ogni scuola ha una propria squadra, quindi ti lascio immaginare quante squadre ci siano solo nella nostra sezione.

I compagni ti chiedono del football in Italia? Tu che rispondi?
Certo che me lo chiedono. Gli rispondo se la potrebbero giocare alla grande con la nostra senior.

I più bei complimenti che ti hanno fatto in California mentre ti allenavi?
A parte il fatto di essere considerato “l' italian stallion”, i miei coach gradiscono molto la foga e l' impegno che metto negli allenamenti, soprattutto nei colpi.

Cosa racconterai ai tuoi compagni Cru quando rientrerai a casa?
Una miriade di cose, da quanto sia magico giocare sotto i riflettori di fronte a migliaia di persone, a quanto sia importante la palestra per dare il massimo in campo.

Per il resto che vita stai conducendo là?
Non ho molto tempo libero. Scherzi a parte esco ogni fine settimana con alcuni compagni di squadra e andiamo a divertirci.

E al tuo ritorno in Italia?
Se penso che poco più di un anno fa non avrei mai immaginato di giocare a football, sono contento e fiero di aver intrapreso questa strada con i cru e spero di dare un gran aiuto al mio ritorno in patria.


 


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