Crisi settore auto: per Bosch, nuovo accordo per l'esodo dei lavoratori
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Crisi settore auto: per Bosch, nuovo accordo per l'esodo dei lavoratori

lunedì 30 agosto, 2010

BARI – Un accordo bis sulla mobilità volontaria, quello raggiunto oggi dai vertici Bosch e dai sindacati pro esodo di 70 dipendenti. È un bis perché è una definizione d’accordo che fa seguito a quello siglato nel giugno 2009, sulla mobilità volontaria. Inutile dirlo: il settore auto è in crisi e nel caso specifico la ferita sanguinante dell’azienda è di avere alle proprie dipendenze un numero di lavoratori superiore rispetto alle pretese produttive. [MORE]Non c’è quindi, molto da pensare: l’esigenza era e rimane quella di favorire l’uscita dal processo produttivo di chi ha raggiunto le condizioni minime di età e anni di contribuzione. Farlo bene, significa garantire anche all’azienda il miglior modo per poterlo fare: incentivi di accompagnamento, che ci saranno, secondo la definizione del patto, al fianco di un sistema di Cassa Integrazione a rotazione per circa mille unità nell’arco di 15 giorni al mese. La Bosch la si conosce per la produzione di sistemi frenanti e diesel e, purtroppo, nella sua recente storia, vede due stabilimenti chiusi in Francia e Spagna e quasi 2000 operai licenziati nella Repubblica Ceca per esubero strutturale. L’accordo raggiunto quindi dei 70 prepensionamenti, fa supporre un nuovo proposito di rilancio, protettore delle condizioni degli workers dello stabilimento barese, cui non è intimato licenziamento per i prossimi due anni. Restringere la forza lavoro diventata inutile e giunta al momento opportuno per lasciare il campo a chi ne ha, strutturalmente, diritto, è a chiare lettere, un espediente per respirare meno a fatica, sperare nella ripresa.

 

 


In foto, l’ingresso dello stabilimento Bosch di Bari
 


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